All’indomani dell’ordinanza firmata dal governatore campano Vincenzo De Luca, il Comitato “Priorità alla Scuola” ha indetto flashmob davanti alle sedi delle Regioni per il 19 ottobre e ha lanciato la campagna social “La scuola non si chiude, né in Campania né altrove”. Questa mattina prime proteste a Napoli
Dopo l’ordinanza del governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che dispone la chiusura degli istituti scolastici fino al 30 ottobre, il Comitato “Priorità alla Scuola” ha deciso di indire per lunedì 19 ottobre presìdi e flashmob di protesta davanti alle sedi delle Regioni in tutta Italia, per ribadire “la contrarietà alla chiusura delle scuole salvo nel caso in cui sia deciso un lockdown completo di tutto il Paese” (L’ORDINANZA DI DE LUCA). A tal riguardo, il comitato ha lanciato quest’oggi una campagna social in solidarietà a tutte le figure della scuola, con l’obiettivo di chiedere a studenti, docenti, genitori di inviare fotografie con il cartello “La scuola non si chiude, né in Campania né altrove” e di appendere i cartelli nelle scuole che devono restare aperte. (CORONAVIRUS: TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - MAPPE E GRAFICI DEL CONTAGIO - LA SITUAZIONE IN CAMPANIA)
"La scuola non è il virus!”: protesta davanti Regione Campania
Questa mattina, intanto, ha avuto luogo una prima protesta, "La scuola non è il virus!”, organizzata dal comitato davanti alla sede della Regione Campania a Napoli. "Per 500 casi positivi stiamo chiudendo la scuola in Campania - dicono i partecipanti - mandando in sostanza i ragazzi per strada, tenendoli lontani dalla didattica, anche da quella a distanza: non funziona o funziona poco e male. Vogliamo chiedere al governatore De Luca di recedere dalla decisione di tenere le scuole chiuse”.
Boccia a Regioni: "Chi chiude scuole se ne assuma la responsabilità"
"Tutti i presidenti hanno autonomia di fare ordinanze più restrittive nelle modalità che ritengono - dichiara il ministro per le Autonomie, Francesco Boccia, al termine della Stato-Regioni -. Ma se abbiamo condiviso che i due pilastri che dobbiamo tutelare sono scuola e lavoro e le ordinanze incidono su quegli ambiti, sarebbe opportuno un raccordo tra governo e regioni. Su scuola e lavoro ci sono già protocolli condivisi che stanno funzionando bene ma se, in questo caso, il presidente della Regione Campania ha deciso di emanare una sua ordinanza si assume la responsabilità degli effetti. Noi siamo sempre stati al fianco di tutte le Regioni con materiali, ventilatori e risorse".