Napoli, droga nel carcere di Poggioreale: 9 misure cautelari

Campania

Dall'interno di una cella due detenuti chiamavano con un cellulare all'esterno per farsi mandare pacchi con generi alimentari, nel quali però c'era anche dell'hashish che poi distribuivano anche ad altri. La sostanza stupefacente veniva nascosta negli involtini di carne

Involtini di carne inviati ai detenuti farciti con bustine di hashish invece che con formaggio e prosciutto. I carabinieri del comando antifalsificazione monentaria di Roma, coordinati dal colonnello Renato Chicoli, hanno eseguito nove misure cautelari tra le province di Napoli e Caserta, emesse dal gip del tribunale di Napoli nord su richiesta della locale procura, nei confronti di persone sospettate di aver gestito un giro di spaccio nel carcere di Poggioreale, a Napoli. Per tre persone sono stati disposti gli arresti in carcere, per altre quattro i domiciliari mentre per altre due l'obbligo della presentazione alla polizia giudiziaria.

Il giro di spaccio

Secondo quanto ricostruito, l'hashish arrivava attraverso pacchi postali inviati dai familiari dei detenuti che ricevevano gli ordinativi grazie a un telefono che due detenuti nascondevano in cella. A coordinare le indagini è stata la Procura di Napoli Nord, diretta del procuratore Francesco Greco. La polizia penitenziaria, in sinergia con i carabinieri, hanno effettuato controlli mirati nei pacchi, scoprendo così la presenza della sostanza stupefacente tra i generi alimentari. I pacchi venivano ordinati, in particolare, da due detenuti che li facevano recapitare ad altri "due colleghi" i quali poi si occupavano della distribuzione. Il flusso di spedizioni si è intensificato durante il lockdown, dopo la sospensione dei colloqui per motivi sanitari finalizzati ad arginare la diffusione del covid.

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