Coronavirus Campania, focolaio Mondragone: tensione alta tra comunità bulgara e italiana

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Nei palazzi del “complesso ex Cirio” si sono registrati finora 30 casi. Nella mattinata di ieri alcuni inquilini italiani si sono lamentati accusando i bulgari di essere responsabili del contagio. Fino al 30 giugno, salvo proroghe, tutti i residenti dovranno rimanere in isolamento domiciliare

Resta alta la tensione all’interno dei palazzi del “complesso ex Cirio” di Mondragone (in provincia di Caserta), dove è in vigore la zona rossa decretata dalla Regione Campania in seguito alla scoperta di un focolaio di Covid-19. (TUTTI GLI AGGIORNAMENTILA SITUAZIONE IN CAMPANIA). Trenta sono i casi positivi: 29 sono bulgari e uno solo italiano. Gran parte della comunità bulgara risiede in un complesso degradato formato da cinque edifici. 

"Siamo arrivati a circa 700 tamponi e una volta che avremo portato tutti i positivi al Covid Hospital di Maddaloni isolandoli dai negativi, auspico che il cordone sanitario attorno ai palazzi ex Cirio si possa allentare", ha spiegato il sindaco, Virgilio Pacifico.

I controlli di operatori sanitari ed agenti di Polizia e le proteste dei residenti  nella zona rossa in vigore, dopo i casi riscontrati di contagio da coronavirus, all'esterno dei palazzi cosiddetti 'Ex Cirio' di Mondragone (Caserta), 24 giugno 2020.
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Le tensioni

Ieri mattina alcuni inquilini italiani si sono lamentati della situazione e hanno accusato la comunità bulgara di essere responsabile della diffusione del virus. Nella notte una ventina di bulgari residenti nella zona rossa sono stati visti mentre provavano a scavalcare una rete per uscire, ma sono stati riportati dentro. Oggi la tensione è meno visibile, ma si percepisce avendo a che fare sia con gli italiani, sia con i bulgari.

Gli italiani: “Devono dichiarare tutta Mondragone zona rossa”

"Devono dichiarare tutta Mondragone zona rossa, che senso ha tenerci in casa mentre i bulgari escono di notte per andare a lavorare con il rischio che il contagio si diffonda ancora?". È quanto affermano gli inquilini italiani di uno dei cinque, ossia quello in cui sono presenti meno stranieri. I cittadini nostrani si dicono convinti che tanti bulgari sono sfuggiti alle maglie dei controlli.

I bulgari: “Coronavirus? Invenzione per tenerci chiusi in casa”

Per ora comunque, mentre il personale dell'Asl continua a praticare i tamponi - "abbiamo quasi finito", dichiarano gli operatori sanitari -, gli inquilini bulgari restano nelle loro case, mentre i connazionali che abitano fuori la zona rossa fanno la spola tra i supermercati e le abitazioni off limits, per portare cibo a soprattutto bevande, sebbene anche la protezione civile comunale stia fornendo i viveri. "Il coronavirus è un invenzione per tenerci chiusi in casa" dice un bulgaro. Un suo connazionale, mediatore culturale, afferma: "Solo chiudendo l'area si può delimitare il contagio, ma una volta separati i positivi dai negativi, quest'ultimi devono tornare ad uscire". Il fratello di uno degli inquilini stranieri, infine, afferma che stare "chiusi sette giorni in casa è impossibile. Dobbiamo lavorare e mangiare".

Il sindaco: "Cittadini siano tolleranti"

Sulle tensioni che il comune sta vivendo è intervenuto anche il sindaco Pacifico, che ha chiesto alla cittadinanza di "essere tollerante nei confronti della comunità bulgara. La tensione tra le due comunità - ha spiegato - c'è sempre stata, senza però mai degenerare in proteste o episodi violenti o razzisti, ma in questi giorni c'è qualcuno che cerca di approfittarne politicamente, essendo in periodo pre-elettorale. Stigmatizzo ogni strumentalizzazione politica della vicenda, e a chi dice che si poteva prevedere questo focolaio, rispondo che appena il 9 giugno scorso l'Asl effettuò quasi 70 test rapidi a inquilini bulgari dei Palazzi ex Cirio, e tutti risultarono negativi”, ha concluso Pacifico.

L’istituzione della zona rossa

Tramite un’ordinanza regionale firmata dal presidente campano Vincenzo De Luca, è stato disposto l’isolamento dei palazzi ex Cirio. La “zona rossa” è stata istituita dopo che, negli ultimi giorni, dieci residenti sono risultati positivi al coronavirus. Fino al 30 giugno, salvo proroghe, i residenti di questi edifici dovranno rimanere in isolamento domiciliare. Il Comune provvederà a fornire loro derrate alimentari. Per tutti gli abitanti di Mondragone, invece, torna l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto, prescrizione non più valida da lunedì 22 giugno nel resto della Regione.

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