È detenuto al 41 bis nel penitenziario di Parma. Il giudice del tribunale di sorveglianza di Reggio Emilia: “Non ha malattia di gravità tale da formulare prognosi infausta quoad vitam”
Raffaele Cutolo resta in carcere. Il giudice del tribunale di sorveglianza di Reggio Emilia, Cristina Ferrari, come apprende l'Ansa, ha rigettato l'istanza di sospensione di esecuzione della pena con applicazione provvisoria della detenzione domiciliare, avanzata per motivi di salute dalla difesa del fondatore della Nuova Camorra Organizzata, detenuto al 41 bis nel carcere di Parma.
L’avvocato di Cutolo: “Rispetto provvedimenti del magistrato”
"Rispetto i provvedimenti del magistrato, soprattutto quando non li condivido. Li rispetto ancora di più quando, come in questo caso, non li condivido affatto". Così l’avvocato penalista avellinese, Gaetano Aufiero, difensore di Raffaele Cutolo. Nell'udienza davanti al tribunale di sorveglianza di Bologna, Aufiero impugnerà la decisione del magistrato.
Il giudice di sorveglianza: “Non è gravissimo”
Raffaele Cutolo non ha una malattia di "gravità tale, da potersi formulare una prognosi infausta quoad vitam", e "l'ampia documentazione acquisita comprova una situazione detentiva rispettosa della dignità personale". Nel provvedimento si dà conto anche del parere negativo alla concessione del beneficio della Dna e della Dda competenti vista la "caratura criminale" del boss. Nel carcere di Parma, inoltre, "il paziente può contare su presenza e monitoraggio costante degli operatori sanitari, oltre che al verificarsi di eventuale repentino aggravamento", così come accaduto il 18 febbraio scorso, "sulle strutture sanitarie territoriali con ricovero esterno", osserva il magistrato. Nel negare il beneficio, il giudice ha anche considerato che Cutolo rifiuta terapie e accertamenti. E ciò "contribuendo a creare una situazione di sofferenza o maggior rischio autoprodotto, giustifica il rigetto dell'istanza di differimento pena".
"Migliorate le condizioni di salute di Cutolo"
Sono migliorate le condizioni di salute di Raffaele Cutolo, visto che nell'ultimo controllo il 6 maggio scorso appariva "vigile, orientato nel tempo e nello spazio", e le sue patologie "non appaiono esposte a rischio aggiuntivo per l'attuale emergenza Covid 19". Lo sottolinea il magistrato di sorveglianza di Reggio Emilia nel provvedimento, aggiungendo che nel carcere di Parma gli viene garantita un'assistenza "in grado di assicurare presenza costante di personale medico, infermieristico e socio-sanitario". Non c'è rischio di coronavirus proprio perché il regime speciale del 41 bis a cui è sottoposto "permette al detenuto di fruire di una stanza singola dotata dei necessari presidi sanitari ed è tutelante rispetto ai profili di promiscuità, tipici di contesti comunitari, ancor più se si considera, che Cutolo ha rinunciato da anni ai momenti di socialità,così di fatto riducendo ulteriormente i contatti interpersonali e le possibilità di contagio".
La situazione sanitaria del boss
Cutolo - che soffre di diverse patologie, a cominciare da una cardiopatia ipertensiva e dal diabete - era stato ricoverato il 19 febbraio scorso all'ospedale Maggiore di Parma, dove gli era stata diagnosticata una polmonite ed era rimasto sino all'8 marzo. Quando era rientrato in carcere, i sanitari avevano sottolineato la necessità per lui di un care giver 24 ore su 24, o in alternativa di un operatore sociosanitario (figura professionale però non presente in quel momento nel carcere di Parma). Questo a causa delle sue "limitate autonomie" e il suo "pervicace rifiuto" di utilizzare le attrezzature messe a sua disposizione, come il bastone a tre piedi per gli spostamenti, con il "rischio concreto di cadute accidentali". Così la Direzione del carcere e il magistrato di sorveglianza si sono rivolti al Dap, chiedendo di verificare la possibilità di collocare Cutolo in un altro istituto, con un più elevato livello di assistenza. Di qui la decisione del Dap di assegnare 14 operatori socio-sanitari al carcere di Parma, di cui 8 hanno preso servizio l'8 maggio scorso. Nel provvedimento con il quale rigetta la concessione dei domiciliari a Raffaele Cutolo, il magistrato di sorveglianza di Reggio Emilia dà conto di questo sostegno. Al boss della camorra sono stati inoltre forniti un letto dotato di sponde e un materasso antidecubito.