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Il tribunale di Benevento dispone sequestro di un viadotto nel Sannio

Campania

Il provvedimento, richiesto dalla procura, riguarda una struttura sul torrente Tammarecchia e il tratto del progetto ex novo della strada di collegamento delle aree Pip tra i Comuni di Molinara e San Marco dei Cavoti. Chiesto rinvio a giudizio per diverse persone 

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Il tribunale di Benevento, su richiesta della procura, ha disposto il sequestro di un viadotto sul torrente Tammarecchia e il tratto del progetto ex novo della strada di collegamento delle aree Pip, ricadente nei comuni di Molinara e San Marco dei Cavoti (nel Sannio). Il provvedimento prevede inoltre la rata di saldo presso gli uffici regionali destinata alle imprese che stanno eseguendo i lavori. È stato chiesto il rinvio a giudizio per diverse persone. Il gup ha fissato l'udienza preliminare per il prossimo 14 maggio.

I reati contestati

La procura ha chiesto anche il rinvio a giudizio di diverse persone, tra cui pubblici ufficiali, collaudatori, direttori dei lavori, responsabili del procedimento amministrativo, nonché dei legali rappresentati delle imprese aggiudicatarie dei lavori. I reati contestati ai soggetti sono di tentata truffa aggravata, disastro colposo, truffa aggravata, frode in pubbliche forniture, falso ideologico e per violazioni al testo unico sulle opere idrauliche, al testo unico ambientale e al testo unico urbanistico-edilizia.

Le indagini

Le indagini, coordinate dalla procura sannita guidata da Aldo Policastro, erano state avviate dopo il crollo del viadotto sul torrente Tammarecchia e dell'area "in rilevato" della strada di collegamento delle aree Pip di Reino-San Marco dei Cavoti e Molinara, che era stata finanziata con fondi regionali per un importo di circa quattro milioni di euro. In seguito a un’inchiesta sono emerse – come rilevato dagli inquirenti - "diverse condotte criminose poste in essere dagli indagati durante le fasi della progettazione e di esecuzione lavori che sono state la concausa di una serie di eventi che hanno dapprima ridotto e poi annullato i margini di sicurezza necessari per garantire le prestazioni statiche della struttura, del viadotto e del pendio su cui essa è fondata e che ne hanno determinato il collasso".