Bimbo ucciso a Cardito, psicoterapeuta: “Violenze riaffiorano nella memoria della sorella”
CampaniaIl professionista, in servizio presso la casa famiglia dove le due sorelline del piccolo Giuseppe sono state accolte dopo la tragedia dello scorso 27 gennaio, ha riferito che la bimba più grande in diverse occasioni ha raccontato ciò che è stata costretta a subire
Al processo in corso a Napoli per l'omicidio di Giuseppe, il bimbo di 7 anni ucciso a colpi di bastone a Cardito dal patrigno Tony Badre, oggi a parlare dal banco dei testimoni, insieme a tre maestre e a un conoscente dell’imputato, è stato lo psicoterapeuta della casa famiglia dove le due sorelline del piccolo sono state accolte dopo la tragedia dello scorso 27 gennaio. Il medico, chiamato a testimoniare davanti alla terza Corte di Assise dal pm Paola Izzo, ha spiegato come le violenze subite riaffiorino nella memoria della bimba più grande quando gioca o parla con adulti di cui si fida.
La testimonianza
Lo psicoterapeuta ha iniziato la sua testimonianza ricordando quando la bimba, prima di addormentarsi, ha raccontato a un educatore le raccapriccianti scene a cui è stata costretta ad assistere: "Mi ricordo - ha riferito il medico citando le parole della piccola - le botte che dava (il patrigno) a Giuseppe, così tante che poi sembrava morto... ma adesso non ci voglio più pensare”. E ancora, vedendo la sorellina piangere prima di fare il bagno: "Ha paura di farsi lo shampoo perché Tony tentava di affogarla”, mentre alla vista di una schiumarola: "La prendeva per picchiarci”.
Lo scorso 9 marzo, mentre stavano facendo un gioco di ruolo, la bimba chiese a un suo compagno di fare il fratellino morto: "Adesso Tony è arrabbiato perché ha mal di testa e picchia Giuseppe”, le sue parole. In un altro episodio, infine, mentre un amico, preso dalla rabbia, le gridava "Ti uccido", lei rispose: "Tanto ci ha già provato Tony”.