Monopolio dei servizi funebri garantito dai clan: sei arresti nel Napoletano

Campania
Foto di archivio (ANSA)

I carabinieri hanno anche sequestrato beni e quote di due società del settore operanti a Castellammare di Stabia per un valore totale che si stima pari a 7,5 milioni di euro 

L’appoggio dei clan della camorra garantiva alla sua impresa di mantenere il monopolio sui servizi funebri a Castellammare di Stabia, impedendo l'ingresso nel settore ad altre aziende concorrenti presenti sullo stesso territorio o su territori limitrofi. È tramite questo legame con l’organizzazione criminale che Alfonso Cesarano, dell’Impresa funebre Cesarano, già coinvolto in precedenti indagini, gestiva i suoi affari. Un legame in virtù del quale erano anche sorti taciti accordi tra le imprese del settore al fine di determinare vere e proprie ''competenze territoriali'', dalle quali non era possibile sconfinare per non alterare gli equilibri imposti dalla cosca. Cesarano è stato arrestato oggi insieme ad altre cinque persone dai carabinieri del nucleo investigativo di Torre Annunziata, che hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere e ai domiciliari emessa dal gip del tribunale di Napoli su richiesta della Dda partenopea. L’accusa, a vario titolo, è di concorso nel trasferimento fraudolento di valori, con l'aggravante dell'aver commesso il fatto per agevolare il clan D'Alessandro, avvalendosi anche della forza intimidatrice dell'organizzazione.

Sequestrati beni e quote di due società

I carabinieri hanno anche sottoposto a sequestro preventivo le quote e i beni aziendali e strumentali di due società operanti nel settore dei servizi funebri e cimiteriali, la Servizi funebri srl e la Impresa funebre Cesarano, per un valore totale che si stima pari a 7,5 milioni di euro.

Già indagato nel 2016

Il provvedimento odierno è legato a una precedente inchiesta svolta tra il 2013 e il 2016, al termine della quale Cesarano ricevette l’avviso della conclusione delle indagini a suo carico per concorso esterno in associazione mafiosa ed estorsione aggravata dal metodo mafioso. Dopo la notifica del provvedimento, Cesarano pur avendo ceduto le quote sociali e i ruoli di alcune imprese funebri, avrebbe continuato a gestire gli affari delle ditte con l'ausilio di prestanome e persone di fiducia.

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