Le indagini, iniziate tra febbraio e marzo 2018, avrebbero riscontrato violazioni edilizie nei lavori in corso
E’ stato sequestrato questa mattina dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta il cantiere dove sono in corso i lavori di ampliamento della casa di cura ‘Pineta Grande’ di Castel Volturno (Caserta). All’operazione, nell'ambito di un'inchiesta della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, hanno preso parte oltre trenta militari.
Le violazioni
Le indagini, coordinate dal Procuratore Maria Antonietta Troncone e iniziate tra febbraio e marzo 2018, avrebbero riscontrato violazioni edilizie. I lavori erano finalizzati a portare a 574 i posti letto, attualmente 150, "sebbene mancasse la verifica di compatibilità con il fabbisogno sanitario regionale e con le esigenze di localizzazione territoriale". Secondo gli inquirenti l'ampliamento è stato avviato in presenza di permessi comunali ma violando le normative regionali. "E' risultata violata la normativa - spiega il procuratore Troncone - in tema di realizzazione e/o ampliamento, inteso anche come aumento dei posti letto/degenza o di funzioni/servizi sanitari di strutture sanitarie o socio sanitarie".
"Espropriazioni improprie"
Secondo la procura si è fatto ricorso "in modo improprio alla legge sulla espropriazione per pubblica utilità e alla normativa sulle opere pubbliche". Per gli investigatori le due delibere di ampliamento, risalenti al 2014 e al 2015, sono "in contrasto con la normativa edilizia/urbanistica e con le disposizioni regionali della Campania che vietano nei Comuni privi di strumentazione urbanistica, nel perimetro urbano, nuove costruzioni o ampliamenti di costruzioni già esistenti".
L'accordo di programma del 2003, stipulato tra Regione Campania, Provincia di Caserta, i Comuni di Castelvolturno e Villa Literno, con l'adesione del Consorzio Rinascita e Fontana Blu, prevedeva "la realizzazione da parte dello stesso gruppo societario del centro di eccellenza sanitario per le alte specialità, l'ospedale Domiziano" ma sempre "subordinato alla verifica di compatibilità con il fabbisogno sanitario a livello regionale e alla preventiva sottoposizione alla Valutazione Ambientale Strategica”. Inoltre l'accordo prevedeva la realizzazione del centro "in altra zona del territorio di Castel Volturno, non soggetto a vincolo paesaggistico". Per gli inquirenti, in sostanza, il Consiglio comunale "non solo ha autorizzato tale ampliamento" ma "decideva di non assoggettare a Valutazione Ambientale Strategica il progetto di ampliamento, strumento di verifica dell'incidenza dell'opera sugli aspetti ambientali".
Indagato l'ex sindaco
Si sarebbe messo a disposizione degli interessi della clinica, arrivando a fornire ai responsabili della struttura, "in maniera indebita e clandestina", atti che riguardavano le iniziative prese da un'altra casa di cura "concorrente". E' l'accusa contestata all'ex sindaco di Castel Volturno, Dimitri Russo, indagato nell'inchiesta della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere. La "messa a disposizione" di Russo, sarebbe stata finalizzata, spiega la nota firmata dal Procuratore Troncone, ad "assicurarsi un dignitoso e rispettoso futuro personale al termine dell'incarico politico di sindaco". Russo, che ha lasciato la carica nel maggio scorso, si sarebbe "attivato per l'istituzione dell'ottava farmacia comunale (è presidente dell'Incofarma, che gestisce le farmacie comunali), prelazionandola, con l'intenzione di aprirla all'interno della struttura sanitaria Pineta Grande".
La Procura avrebbe poi accertato anche numerose assunzioni alla clinica Pineta Grande di parenti di consiglieri comunali e funzionari del Comune di Castel Volturno in servizio all'Ufficio Tecnico (Utc) e all'Ufficio Sanità; assunzioni che sarebbero avvenute successivamente al rilascio delle delibere che autorizzavano l'ampliamento della struttura. Coinvolto nell'indagine proprio l'ex responsabile dell'Utc Carmine Noviello, già arrestato a marzo con altri dipendenti comunali nell'ambito dell'inchiesta "madre" sui permessi illegittimi rilasciati in cambio di tangenti dal comune del litorale casertano. La Procura evidenzia come il fratello di Noviello fosse stato remunerato per garantire "un immediato collegamento tra Pineta Grande e Utc, e fornire in anticipo informazioni sui controlli che venivano disposti a livello comunale". Il genero di Noviello avrebbe iniziato a collaborare con la clinica, in qualità di medico, nel 2017, per poi essere assunto a tempo indeterminato il giorno prima che Noviello adottasse il permesso a costruire ritenuto dalla Procura illegittimo, atto che sarebbe servito alla clinica "a superare le problematiche evidenziate dalla casa di cura concorrente e le prime risultanze investigative che avevano fatto emergere tali problematiche". Dall'indagine è poi emersa l'esistenza di circa 40 posti letto in più rispetto a quelli autorizzati; per la Procura, la Pineta Grande avrebbe effettuato negli anni "più ricoveri in regime di accreditamento rispetto ai posti degenza formalmente autorizzati e accreditati e come per alcuni anni abbia fatto risultare quelli che erano ricoveri programmati, ordinari, come ricoveri disposti dal medico del pronto soccorso, in modo da poter poi ottenere il rimborso in extra budget sul presupposto che le prestazioni urgenti non sono rifiutabili. Di tali irregolarità, aggiunge la Procura - veniva investito l'Ufficio Sanità del Comune di Castel Volturno, e tuttavia il dipendente competente indicava a Pineta Grande la strada da seguire per trovare la soluzione".
La nota della società Pineta Grande spa
Nessun favoritismo per l'aumento di posti letto, piena regolarità dell'istruttoria pubblica. Lo afferma in una nota la direzione della società Pineta Grande spa, titolare della clinica di Castel Volturno (Caserta). "L'ampliamento ed il conseguente aumento dei posti letto - spiega il comunicato - non è stato un favore, tantomeno illecito, fatto nei confronti della nostra struttura. In realtà l'aumento dei posti letto è la risultanza della chiusura di altre 3 strutture del gruppo con il trasferimento della capienza già riconosciuta dalla Regione proprio nella struttura in costruzione. È poi il caso di ricordare - prosegue la nota - che la competenza in materia sanitaria è esclusivamente regionale, spettando all'Amministrazione comunale il rilascio finale della concessione sulla base dell'istruttoria precedentemente effettuata. Iter che è stato fedelmente e legittimamente seguito con doverosi e ufficiali contatti tra i nostri tecnici e quelli regionali". La direzione interviene anche sull'accusa di aver assunto parenti di funzionari e consiglieri comunali e di aver voluto favorire l'ex sindaco Dimitri Russo nell'assegnazione della farmacia interna alla struttura sanitaria. "Le assunzioni cui si fa riferimento e la presunta futura assegnazione della farmacia interna all'ex sindaco Dimitri Russo non trovano alcun riscontro causale con i provvedimenti emanati dalla stessa amministrazione comunale. Anzi nel periodo che va dal 2015 ad oggi sono stati assunti più di 50 nuovi lavoratori. Mentre per quanto riguarda la questione della farmacia, bisogna ricordare che si tratta di un servizio farmaceutico ad uso interno della struttura ospedaliera e non aperta al pubblico, così come obbligatoriamente previsto per tutte le Case di cura". "Il timore - conclude la nota - è che gli effetti collaterali della pur legittima azione giudiziaria possano vanificare questa ulteriore occasione di sviluppo e rilancio del territorio, con danni d'immagini ed economici irreparabili".