Napoli, preside vieta l'ingresso a scuola a studente con le trecce blu

Campania

"Abbiamo un dress code che va rispettato, quei capelli sono un capriccio" ha affermato la dirigente scolastica dell'istituto situato nel quartiere di Scampia. A raccontare l'accaduto è stata la nonna dell'alunno di 13 anni 

Si è presentato a scuola con la testa rasata e le trecce blu elettrico, ma la preside non lo ha fatto entrare. Questo quanto avvenuto a Scampia, quartiere della periferia nord di Napoli, dove un ragazzino di 13 anni si è visto negare l'accesso in classe per la sua acconciatura. "Abbiamo un dress code che va rispettato - ha affermato la dirigente scolastica - quei capelli sono un capriccio".

La segnalazione della famiglia

La segnalazione di quanto accaduto è partita dalla nonna del ragazzino. "A mio nipote - ha lamentato la donna - è stato impedito di entrare a scuola per i suoi capelli. Di fronte alle rimostranze di mia figlia, le hanno sbattuto la porta in faccia". Alla donna ha replicato la dirigente scolastica: "Nessuna porta in faccia. Tutti i genitori firmano, ogni anno, il Patto di corresponsabilità. Ci sono regole che valgono per tutti, alunni e docenti, e i genitori le conoscono".  

Le parole della preside

Oltre alle treccine, nell'istituto sono vietate tutte le pettinature "carnevalesche", come le definisce la preside. "Sia chiaro - aggiunge - Sono regole che faccio rispettare anche ai docenti. Io per prima le rispetto. Imparano oggi quello che servirà loro domani", sottolinea la preside. "Immagino i miei alunni come i dirigenti di domani. Potranno mai andare a lavorare in bermuda o con l'ombelico scoperto o con treccine blu elettrico? Non credo proprio. Un giorno saranno avvocati, infermieri, medici, artisti, bancari e sapranno che esistono regole da rispettare, sapranno cos'è un dress code".
Lo studente al centro della vicenda, fa sapere, "ha un'intelligenza non da poco, un talento per il pianoforte e la passione per la matematica. Va guidato per evitare che segua cattivi modelli. La madre ci ha detto che quei capelli sono stati un regalo di compleanno. Insomma: un capriccio. Investiamo le nostre energie per tutti - racconta ancora la preside -, ma soprattutto per chi ha modelli negativi, motivo per il quale - conclude - è compito della scuola 'raddrizzare il tiro' e far capire che, attraverso il bello, il bene e il vero, loro possono diventare ciò che vogliono".

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