Napoli, 32enne evade dal carcere di Poggioreale. Catturato nella notte a Napoli
CampaniaIl detenuto aveva usato delle lenzuola per scavalcare il muro della casa circondariale. È la prima evasione nel carcere napoletano in cento anni. Nella notte è stato fermato in corso Garibaldi
Un detenuto polacco, Robert Lisowski di 32 anni, evaso dal carcere di Poggioreale, a Napoli, è stato fermato dalla Squadra Mobile di Napoli in Corso Garibaldi dopo una giornata di ricerche. L'uomo era riuscito ad evedere usando delle lenzuola per scavalcare il muro di cinta della casa circondariale mentre si stava recando a messa nella chiesetta dell'istituto penitenziario, con un centinaio di carcerati tenuti sotto controllo da alcuni agenti. Gli investigatori ritenevano che l'uomo non fosse andato molto lontano dal carcere e per questo avevano setacciato tutta la zona circostante, in particolare quella della Stazione ferroviaria centrale.
Il fuggitivo era in carcere per omicidio
Lisowski, fa sapere la Questura, è alto 1,80 circa, di corporatura magra, carnagione chiara, con capelli radi castano chiaro. Al momento della fuga aveva la barba e un'andatura claudicante. L'uomo, per la questura, è da considerarsi pericoloso. Era stato arrestato nei Quartieri Spagnoli dalla squadra mobile di Napoli il 5 settembre 2018, con l'accusa di aver assassinato un ucraino di 36 anni, suo amico, durante una lite scoppiata in un locale della città frequentato da cittadini dell'Est europeo.
Prima evasione in 100 anni
Quella di Lisowski è la prima evasione riuscita da Poggioreale dopo cento anni. Qualche anno fa un analogo tentativo finì male: il detenuto cadde riportando gravi lesioni fisiche.
Le parole del garante dei detenuti
"A Poggioreale, come in altri istituti penitenziari - spiega il garante campano dei detenuti, Samuele Ciambriello, intervenuto sulla vicenda -, vi è un sistema di controllo con la videosorveglianza per l'interno e per l'esterno. Inoltre, vi è la ronda intorno alle mura del carcere: mi chiedo, ha funzionato tutto alla perfezione? In ogni caso la questione - aggiunge - non è solo di numeri, vale a dire della necessità di aumento degli agenti di polizia penitenziaria, pur necessario e doveroso dopo anni di promesse, ma di rimotivazione di questi operatori, stanchi, demotivati e, per una larga parte, anziani, impegnati in un lavoro difficile e complicato. In Campania su 15 istituti penitenziari ci sono 4.442 agenti di polizia penitenziaria - prosegue Ciambriello - ma, purtroppo, ogni giorno, compreso oggi, risultano dagli 800 agli 850 in permesso per malattia e per altri motivi".
Il problema, secondo il garante dei detenuti, "non si affronta riducendo le attività per i detenuti - ludiche, religiose, ricreative - ma mettendo in campo iniziative e favorendo l'attività di più figure sociali all'interno delle carceri per allentare la tensione e contribuire a creare un clima sereno. A Poggioreale vi è la presenza, la più alta in Italia, di volontari, circa 190, che svolgono attività e progetti in favore dei detenuti". Ricorda, infine, il garante: "Il vecchio motto degli agenti era "Custodire per rieducare"; il nuovo, invece, innovativo e profetico, è "Infondere speranza". In questo senso il nuovo motto è più adatto alla loro missione e in linea con la Costituzione".