Tre ordigni sono stati ritrovati nei pressi della banchina 5 e uno tra la banchina 6 e 7. Si erano oramai confusi nel fondale marino con forme e colori simili ai detriti sparsi
Al porto di Napoli sono stati ritrovati quattro ordigni bellici, con ancora un elevato potere esplosivo. Si tratta di una grande bomba d'aereo e di alcuni proiettili, risalenti alla seconda guerra mondiale. Il ritrovamento è avvenuto nello specchio acqueo antistante le banchine dove dovranno ormeggiare le navi da crociera che ospiteranno circa 4000 atleti in occasione delle Universiadi. Tre ordigni sono stati ritrovati nei pressi della banchina 5, e uno tra la banchina 6 e 7. Si erano oramai confusi nel fondale marino con forme e colori simili ai detriti sparsi.
Il ritrovamento
L'operazione è stata condotta dai palombari del Gruppo operativo subacquei (GOS) del comando subacquei e incursori della Marina Militare (Comsubin), distaccati presso i nuclei Sdai di Napoli (Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi). L'intervento d'urgenza è stato richiesto dalla Prefettura a seguito della segnalazione da parte dei sommozzatori della polizia, intenti a controllare le banchine del porto in previsione delle prossime Universiadi, della presenza di un oggetto metallico che, per forme e dimensioni, poteva essere ricondotto a un grande residuato bellico. È stata subito interdetta qualsiasi attività marittima nell'area, e la Prefettura ha disposto l'evacuazione della Stazione Marittima e del molo Beverello e l'interdizione del traffico pedonale e veicolare di via Acton.
L'operazione
Alle prime luci dell'alba di oggi, sabato 25 maggio, gli operatori del Gos si sono immersi per effettuare il riconoscimento del manufatto. Gli artificieri hanno confermato la presenza di una bomba d'aereo inglese da 500 libbre e tre proiettili di artiglieria di grosso calibro. Alle 5.15 sono iniziate le operazioni di rimozione dal fondo degli ordigni esplosivi, che, imbragati e rimorchiati a distanza fino a raggiungere una zona di sicurezza individuata dall'autorità marittima, sono stati distrutti. Del brillamento è stato avvertito l'Osservatorio Vesuviano, che ha puntualmente registrato l'onda d'urto provocata dalla deflagrazione.