Sono quattro le persone indagate, tutte già note alle forze dell'ordine, accusate a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla ricettazione e al riciclaggio di auto rubate e truffa
Avevano creato un'organizzazione specializzata nella rivendita di auto rubate che venivano poi comprate da ignari acquirenti attraverso annunci online e grazie all'intermediazione di un finto rivenditore titolare di una ditta individuale. Un meccanismo scoperto grazie ad un'indagine coordinata dalla Procura di Torre Annunziata, in provincia di Napoli, e condotta dai carabinieri della stazione di Pompei che ha portato all'esecuzione da parte dei militari della compagnia di Torre Annunziata di quattro misure cautelari nei confronti di altrettanti indagati residenti tra Castellammare di Stabia e Gragnano.
L'organizzazione
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, ognuno dei quattro indagati, due sono finiti in carcere, gli altri due sono stati raggiunti da un provvedimento di divieto di dimora in Campania, aveva un ruolo preciso all'interno dell'organizzazione. Due erano gli organizzatori e avevano il compito di reperire le auto di illecita provenienza, acquistare modelli corrispondenti incidentati ed eseguire, con i complici, le operazioni tecniche di ricondizionamento e alterazione dei segni distintivi provvedendo alla ripunzonatura dei telai, all'assemblaggio di più parti di diverse vetture, alla riprogrammazione delle centrali elettroniche.
La rivendita di auto rubate
I veicoli venivano poi rivenduti a ignari acquirenti attraverso annunci su siti specializzati. Uno degli arrestati, fingendosi titolare di una ditta individuale per la rivendita di auto, provvedeva alle operazioni finanziarie conseguenti alle vendite e alla distribuzione dei profitti ai sodali. Le indagini si sono avvalse dell'analisi dei traffici telefonici e di intercettazioni di conversazioni ed accertamenti tecnico-scientifici sui veicoli oggetto di sequestro, poi restituiti ai legittimi proprietari.
Le accuse
Le quattro persone indagate, tutte già note alle forze dell'ordine, sono accusate a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla ricettazione e al riciclaggio di auto rubate e truffa. L'indagine ha permesso di fare luce sul 'riciclaggio' di alcune vetture e parte di altre rinvenute e sequestrate a Pompei nel febbraio 2018, quando fu fermato uno dei quattro arrestati, sorpreso alla guida di un furgone con all'interno le parti già sezionate di una auto rubata a Somma Vesuviana.