Rapimento Moro, il boss Cutolo: “Potevo salvarlo ma fui fermato”

Campania
Il ritrovamento del cadavere di Aldo Moro il 9 maggio '78, via Caetani, roma

"Aiutai l'assessore Cirillo (rapito e poi rilasciato dalle Br), potevo fare lo stesso con Aldo Moro. Ma i politici mi dissero di non intromettermi" afferma il boss della camorra Raffaele Cutolo 

"Potevo salvare Moro, ma fui fermato", sono queste le parole del boss della camorra, Raffaele Cutolo, in carcere da anni, messe nero su bianco in un verbale inedito di un interrogatorio del 2016 di cui riferisce in esclusiva Il Mattino. "Aiutai - spiega Cutolo - l'assessore Cirillo (rapito e successivamente rilasciato dalle Br), potevo fare lo stesso con lo statista. Ma i politici mi dissero di non intromettermi". Il boss parla così del rapimento di Aldo Moro, trovato morto nel bagagliaio di una Reanult 4 rossa in via Caetani, il 9 maggio '78.

“I politici mi dissero di fermarmi”

Nel '78 Cutolo era latitante e si sarebbe fatto avanti per cercare, sostiene lui, di salvare Moro. "Per Ciro Cirillo si mossero tutti, per Moro nessuno, per lui i politici mi dissero di fermarmi, che a loro Moro non interessava". Sono queste le dichiarazioni rilasciate da Cutolo il 25 ottobre 2016 davanti al Pubblico ministero, Ida Teresi e al coordinatore della Dda, Giuseppe Borrelli.

L'interrogatorio di Cutolo

L'interrogatorio di Cutolo si è svolto nel supercarcere di Parma, dove il boss stava scontando quattro ergastoli ed è avvenuto nell'ambito dell'indagine sul percorso criminale del suo luogotenente storico, Pasquale Scotti, arrestato dopo 30 anni di latitanza. Il contenuto di quell'interrogatorio è venuto alla luce grazie al procedimento amministrativo dinanzi al Tar scaturito dalla decisione dei Pm di bocciare la collaborazione di Scotti. Cutolo si concentra in particolare sulla trattativa, condotta con Br e servizi segreti, intercorsa per la liberazione dell'assessore regionale democristiano Cirillo, rapito il 27 aprile del 1981 e liberato il 24 luglio successivo, dopo il pagamento di un riscatto di 1 miliardo e 400 milioni di lire. Poi parla del suo mancato coinvolgimento nella possibile trattativa per Moro e dice che il ministro dell'Interno dell'epoca, Francesco Cossiga, "si rifiutò di incontrarmi" essendo del resto Cutolo in quel momento un latitante.

Il rapimento Cirillo

"Avevamo dei documenti da usare contro i politici per i fatti della trattativa: alcuni li aveva Enzo Casillo (uno degli uomini di punta della nuova camorra organizzata, poi ammazzato in una faida) altri documenti invece li ho io ma moriranno con me", ha aggiunto Cutolo, ascoltato nella veste di persona informata dei fatti. "Le Br – sostiene il boss – non potevano che accettare, eravamo più forti, sia dentro che fuori le carceri". Secondo Cutolo, la Procura di Napoli non andò a fondo nell'indagine sulla trattativa per la liberazione a parte il magistrato Carlo Alemi, "unico deciso ad andare fino in fondo".

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