Napoli, operai Fca licenziati scendono dal campanile: protesta finita

Campania
Gli ex operai di Fca sul campanile della chiesa del Carmine a Napoli (ANSA)

Le ex tute blu dello stabilimento di Pomigliano d’Arco sono rimaste sulle impalcature per quattro giorni. Ieri la svolta con l’annuncio del presidente dell’Inps sull'Isee precompilato

Dopo quattro giorni passati sulle impalcature del campanile della chiesa del Carmine di Napoli, ieri, in serata, i due ex operai dello stabilimento Fca di Pomigliano d’Arco hanno messo fine alla protesta inscenata per contestare le modalità di accesso al reddito di cittadinanza per una fascia di lavoratori che hanno perso il proprio impiego. A convincere le due ex tute blu a scendere è stato l’annuncio del presidente dell’Inps Pasquale Tridico che ha comunicato che le attuali modalità presto potrebbero variare grazie ai decreti ministeriali attuativi, tra cui l'Isee precompilato, con il quale vale il reddito attuale, che potrebbe essere emesso a maggio. Da sabato scorso, quando erano saliti sulle impalcature, i due operai licenziati avevano più volte ribadito che la protesta non era a ''titolo personale, ma per tutti i veri poveri''. ''Come noi ci sono migliaia di lavoratori che hanno cause pendenti - avevano spiegato - ed è per tutti che noi protestiamo''.

La vicenda

Mimmo Mignano e Marco Cusano persero il lavoro nel 2014 insieme con tre colleghi della fabbrica automobilistica campana, per aver inscenato il suicidio di Marchionne davanti al reparto logistico di Nola, e avevano percepito due anni di stipendio pur senza lavorare, dal 2016 al 2018, per la sentenza d'appello poi ribaltata lo scorso anno dalla Cassazione, che ha dato definitivamente ragione a Fca. Gli ex operai dovranno restituire all'azienda i salari indebitamente percepiti, ma quel reddito ha impedito loro di chiedere quello di cittadinanza.

La svolta

Sotto al campanile, in questi giorni, ci sono stati gli altri licenziati dello stabilimento Fca, e di altre realtà locali, insieme ai Si Cobas. Lunedì a dare loro sostegno, è arrivato anche il sassofonista Daniele Sepe. Non era servita neanche la telefonata di Tridico, sabato, che annunciava loro soluzioni da illustrare nella sede Inps di Napoli, a farli desistere. E neanche l'incontro era bastato per calmare gli animi. Mignano dopo il summit all'Inps, è salito più in alto, fino a 75 metri d'altezza, chiedendo un incontro con Di Maio. Ieri sera la svolta. Tridico, infatti, ha annunciato che a maggio sarà emanato il decreto ministeriale per l'Isee precompilato, e dall'Inps è arrivato il verbale in cui si ribadisce l'intenzione del governo dei decreti attuativi per il reddito di cittadinanza: due condizioni che hanno spinto i manifestanti a interrompere la protesta, sottolineando che ''non è stata inutile''.

La soddisfazione dei due operai

"Abbiamo aperto un varco - ha detto Mimmo Mignano - abbiamo dato uno spiraglio, non parlo di speranza perché a me non piace dare la speranza agli altri, a migliaia di operai che vengono licenziati e che per una questione burocratica di una legge sbagliata, sia volontariamente che involontariamente, non hanno accesso al reddito di cittadinanza. E invece chi realmente perde il posto di lavoro, dopo aver avuto per anni un salario, dovrebbe avere subito il reddito di cittadinanza". "Quando dall'impalcatura dicevamo che Marco era rimasto con due uova nel frigo e io non avevo neanche i soldi per comprare l'uovo di Pasqua a mia figlia era un segnale enorme, qualcosa che parte da noi cinque ma che coinvolge tantissime persone - ha ribadito Mignano - Questa battaglia serve a mettere in discussione una legge sbagliata".

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