Camorra, 18 arresti di polizia e carabinieri a Pignataro Maggiore

Campania
Foto di Archivio (Agenzia Fotogramma)

Tra gli arrestati ci sono i due figli del boss detenuto, Antonio Ligato, il 35enne Antonio Raffaele, scarcerato nel 2015 e subito diventato reggente della cosca, e la sorella 38enne, Felicia

All'alba polizia e carabinieri hanno arrestato 18 persone. Tutte ritenute legate al clan Ligato, attivo a Pignataro Maggiore, in provincia di Caserta. Sono stati contestati, a vario titolo, i reati di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, danneggiamento seguito da incendio, lesioni personali aggravate, detenzione di armi, violenza privata e minacce aggravate, nonché detenzione illegale di bomba a mano, aggravati dall'aver agevolato un sodalizio mafioso. Gli arresti sono stati disposti al termine di un'indagine avviata nel 2017, in seguito alla forte ripresa di atti intimidatori a Pignataro e nei centri limitrofi.

La ricostruzione dei fatti

Con il padre boss in carcere, sarebbero stati i figli a prendere in mano le redini del clan a colpi di attentati intimidatori con pistole e bombe a mano ai danni di imprenditori e concorrenti. Questo è quanto emerge dall'indagine della Dda di Napoli. Tra i 18 arrestati (15 in carcere) ci sono i due figli del boss detenuto, Antonio Ligato, il 35enne Antonio Raffaele, scarcerato nel 2015 e subito diventato reggente della cosca, e la sorella 38enne, Felicia. I due erano già in cella dal maggio 2018. Altre tre persone sono, invece, finite ai domiciliari. Nell'inchiesta sono confluiti anche gli sviluppi degli accertamenti svolti dalla polizia in relazione all'esplosione, avvenuta il 28 febbraio 2018, di alcuni colpi di pistola ai danni della saracinesca di un'agenzia funebre a Sparanise. Gli inquirenti hanno ricostruito una lunga catena di danneggiamenti e lesioni personali, realizzati per far piegare le vittime e affermare la propria egemonia sul territorio, soprattutto nel traffico di stupefacenti.

Napoli: I più letti