Napoli, incendio in fabbrica a Casoria: persone intossicate dal fumo
CampaniaLa colonna nera, partita dai capannoni di un’industria di infissi, è visibile da chilometri di distanza. Numerose squadre dei vigili del fuoco sono al lavoro per domare il rogo
Un grosso incendio è divampato in un capannone di una fabbrica di infissi a Casoria, in via Indipendenza, alla periferia di Napoli. Il rogo sta distruggendo i locali e provocando gravi disagi ai residenti nei palazzi circostanti, alcuni dei quali sono rimasti intossicati dall’intenso fumo sprigionato dalle fiamme. La colonna nera, partita dai capannoni industriali, è visibili da chilometri di distanza. Numerose squadre dei vigili del fuoco sono giunte sul posto e sono al lavoro per domare l’incendio.
I rilievi Arpac
L'Arpac sta monitorando gli effetti sull'ambiente del rogo. In mattinata i tecnici del dipartimento provinciale di Napoli hanno posizionato nei pressi del sito un campionatore ad alto volume per la ricerca delle diossine nell'aria intorno al deposito. Nel primo pomeriggio l'Agenzia ha inoltre installato, in prossimità del capannone andato a fuoco, un laboratorio mobile per il monitoraggio della qualità dell'aria. L'Agenzia dispone inoltre di centraline fisse situate, rispettivamente, presso la scuola Palizzi di Casoria, e, a Napoli, presso il parco Virgiliano e il parco di Capodimonte. Le tre centraline hanno evidenziato finora limitati incrementi delle concentrazioni degli inquinanti monitorati, comunque entro i limiti di legge. Le condizioni meteo hanno facilitato la dispersione degli inquinanti emessi nel rogo, favorendo la propagazione della colonna di fumo in direzione prevalente Sud - SudOvest verso la zona costiera, in particolare verso l'isola di Nisida e il Golfo di Napoli.
La preoccupazione di Legambiente
Sulla vicenda è intervenuta anche Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania: "In attesa che si accertino le cause dell'incendio del capannone, la priorità è dare in tempi brevi risposte certe e rassicurazioni per la salute dei cittadini di quel territorio e garantire la messa in sicurezza dell'area", le sue parole.
"L'incendio della fabbrica di alluminio di quelle dimensioni lascia tappeti di cenere e rifiuti non più riciclabili con un rischio inquinamento non solo atmosferico ma anche del suolo - spiega Imparato -. Quando si spengono le fiamme, le sostanze inquinanti rischiano di trasferirsi nelle falde acquifere. Stiamo parlando di una città, quella di Casoria, già esposta all'inquinamento da polveri sottili e che ha visto nel 2018 ben 50 superamenti dei limiti giornalieri previsti per il Pm10 mentre sono già 10 quelli dall'inizio dell'anno".