Napoli, il flagello delle baby gang e il nuovo volto della camorra
CampaniaIl Questore di Napoli, Antonio De Iesu, ha spiegato come la criminalità stia cambiando: avanza il fenomeno delle baby gang, mentre la camorra diventa più 'fluida'
Gli omicidi sono diminuiti, 21 rispetto a 36 dello scorso anno dei quali otto di natura mafiosa. La camorra a Napoli è cambiata, è più 'giovane', 'più fluida'. Non ci sono i clan forti e 'anziani' e questo è ancora più allarmante. C'è un peggioramento per numero di scippi e rapine. Poi c'è la criminalità minorile che ha segnato in maniera dura il 2018 e per combattere la quale, spiega il questore di Napoli, Antonio De Iesu, durante la conferenza stampa di fine anno, serve una "attenta valutazione degli stili di vita dei giovani". Gli ingredienti per una efficace lotta alla criminalità, secondo De Iesu sono "olio di gomito e la capacità di adeguare le strategie che devono essere flessibili".
Il fenomeno delle baby gang
Il Questore di Napoli ha definito il 2018 un anno "particolarmente intenso" chiamando in causa le baby gang. Gli scontri che ci sono stati, dall'aggressione del giovane Arturo, all'omicidio della guardia giurata di Piscinola, fino la violenza messa in atto su un altro ragazzo, Gaetano, al quale fu spappolata la milza. Mostrano una violenza, spiega De Iesu, nata spesso dalla "disaffezione verso un impegno. La sera che aggredirono Gaetano, il gruppo non sapeva cosa fare - racconta De Iesu - e uno di loro disse testualmente 'stasera dobbiamo picchiare qualcuno'". Ecco perché oltre alle forze dell'ordine, per il questore, "è fondamentale la capacità della società civile e degli enti locali di sporcarsi le mani sul territorio".
La via del riscatto
De Iesu cita il caso del quartiere Sanità: "Con Padre Loffredo ora ci sono 40 ragazzi che vengono allenati dagli 'sbirri' in una palestra di pugilato nata in una sacrestia", e dove c'è "un forte impegno della Municipalità e di tante associazioni di volontariato". Napoli è "una città stupenda con grandi problemi – De Iesu avverte – Senza dribblare le nostre responsabilità, non si può militarizzare una città". Ed ecco anche perché il questore rivolge un appello: "In una città dove si fanno tante fiaccolate, sarebbe bello che chi manifesta si impegni singolarmente. È stato un anno intenso, difficile, c'è stato tanto olio di gomito e la capacità di adeguare le strategie che devono essere flessibili. Ogni giorno bisogna trovare la strategia giusta - dice De Iesu - per questo le statistiche non mi appassionano perché dire che gli omicidi calano non vuol dire che la camorra non c'è più".
Il nuovo volto della Camorra
Parla anche delle 'stese' che il questore definisce una "forma di debolezza, sono spari per affermare la leadership quando non la si ha del tutto. Mi rendo conto che creano insicurezza per questo nelle aree di San Giovanni, Volla, Ponticelli facciamo sentire la nostra presenza, non a caso da un po' non si parla più di stese". La camorra "che da sempre rappresenta il cancro di questa città – prosegue Iesu - ha subito una mutazione, ma i gruppi sono sempre radicati sul territorio". I risultati che si raggiungono nella lotta alla criminalità, chiosa infine il questore De Iesu: "Arrivano grazie alla grande sinergia che abbiamo con tutte le forze dell'ordine".