Napoli, 17enne ucciso da carabiniere: pena ridotta e sospesa

Campania
Foto di archivio (Getty Images)

“Davide è stato trattato così perché è figlio delle periferie” ha detto il padre del ragazzo ucciso dal colpo di pistola partito dall'arma del militare

I giudici della Corte d'Appello di Napoli hanno ridotto la pena a Gianni Macchiarolo, carabiniere imputato per l'omicidio di Davide Bifolco, 17enne napoletano del rione Traiano. La sentenza emessa martedì 16 ottobre ha più che dimezzato quella di primo grado. La pena di Macchiarolo è stata sospesa ed abbassata da 4 anni e 2 mesi a 2 anni.

La morte di Davide

La vicenda risale alla notte del 5 settembre 2014, alle due del mattino. Una pattuglia dei carabinieri si lancia all'inseguimento di tre ragazzini, tutti in sella allo stesso scooter e senza casco. I giovani non si fermano all'alt, ma Macchiarolo riesce comunque a bloccarne due. Durante il fermo si consuma la tragedia, dalla pistola del carabiniere parte il colpo che lascia Davide senza vita. I giudici di primo grado hanno già stabilito che il colpo è partito per errore. Il militare sarebbe inciampato e nella caduta è partito il colpo. La sicura non era inserita.

Le parole del padre della vittima

“È stato un omicidio volontario e invece lo hanno giudicato colposo, gli hanno dato il massimo della pena e adesso in Appello solo due anni. È tutto falsato, se questa è la giustizia italiana allora siamo rovinati: Davide è stato trattato così perché è figlio delle periferie”. Sono queste le parole pronunciate da Gianni Bifolco, il papà di Davide, dopo la sentenza, che fanno emergere tutta la sua delusione. Il padre del ragazzo si è poi rivolto al carabiniere “vorrei sapere mio figlio cosa ti ha fatto, non sei neanche venuto a chiedere scusa”. Infine il pensiero è andato al figlio “Davide mi manca tutti i giorni” ha detto con un filo di voce.

Tensioni dopo la sentenza

La decisione dei giudici ha scatenato anche l'ira dei parenti del giovane morto. "Il giudice che ha emesso questa sentenza non è una madre", hanno gridato i parenti di Davide. La madre della vittima, dopo aver appreso l'esito della sentenza, è stata colta da un malore, sorretta dai parenti si è poi avviata verso l'uscita. Davanti l'ingresso del tribunale di piazza Cenni, un gruppo di giovani si è radunato in attesa della sentenza.

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