Quanto crescono nei sondaggi le estreme destre europee

Tra il 2023 e il 2025, l’estrema destra è cresciuta in quasi tutti i Paesi europei in cui si sono svolte elezioni. È questo il principale dato che emerge da un’analisi di elDiario.es che ha esaminato l’evoluzione della percentuale di voti ottenuta dalle formazioni populiste di estrema destra nel vecchio continente. I dati provengono da ParlGov e dalla lista dei partiti di estrema destra di Popu-list, database che classifica i partiti di estrema destra, estrema sinistra ed euroscettici in Europa. Tra gli Stati in cui i cittadini sono stati chiamati a votare tra il 2023 e il 2025, gli unici in cui i partiti di estrema destra non hanno registrato una crescita significativa – se confrontati con le precedenti elezioni tra il 2018 e il 2022 – sono Polonia, Estonia, Slovacchia, Spagna e Croazia. Anche queste poche eccezioni, tuttavia, non sono prive di segnali di forza dei populisti: la Slovacchia, ad esempio, è governata da un primo ministro sulla carta socialdemocratico ma che attua politiche più vicine alla destra in special modo sulla politica estera, mentre in Polonia l’ultradestra rimane su percentuali molto elevate. Al di là di qualche altro Paese come Irlanda, Lussemburgo, Islanda e Lituania, l’estrema destra oggi supera il 10% in ogni Paese del continente, raggiungendo percentuali oltre il 30% in Francia, Italia, Austria, Romania e Polonia. I casi più recenti In Germania, alle elezioni del 23 febbraio 2025, Alternative für Deutschland ha ottenuto il 20,8%, segnando una crescita di più del 10% rispetto alle elezioni del 2021. Tuttavia, una coalizione tra i cristiano-democratici della CDU – il primo partito con il 28,5% – e i socialdemocratici della SPD ha impedito il loro ingresso al governo. L’AfD ha però ottenuto un risultato record per un partito di estrema destra tedesco a livello nazionale dalla sconfitta del nazismo. In Austria la situazione è simile, poiché il Partito della Libertà d’Austria è stato la forza più votata alle elezioni legislative del settembre 2024. Il partito, fondato negli anni ‘50 da ex sostenitori del nazionalsocialismo, ha raggiunto il 28,8% dei voti, ottenendo 13 punti percentuali in più rispetto rispetto al 2019. La crescita, spinta dall'insoddisfazione per la gestione della pandemia e dell’aumento dell’inflazione, è stata quindi esponenziale. Tuttavia, l’FPÖ non è riuscita a formare un governo di coalizione e, come succede spesso in questi casi, è cresciuto ulteriormente nei sondaggi: ora è dato al 33% dalla media dei sondaggi di Politico. Anche in Portogallo, Paese considerato negli scorsi anni eccezione alle ondate di estrema destra, alle ultime elezioni ha visto un exploit della principale forza di estrema destra. Da quando nel 2019 il commentatore sportivo Andrè Ventura ha lasciato i conservatori del PSD per candidarsi con Chega , il partito di destra radicale ha visto infatti migliorare notevolmente la sua performance elettorale. Alle elezioni del 2019 ottenne solo poco più dell’1%, nel 2022 poco più del 7% e nel 2024 il 18%: alle legislative del 2025 ha superato il 22%. Secondo il sociologo dell’università di Lisbona Antonio Costa Pinot intervistato da elDiario.es, il voto di Chega è un voto di disaffezione delle classi sociali più povere: infatti, in un primo momento, non è stato supportato solamente da estremisti di destra ma inizialmente anche da sinistra, diventando oggi un partito acchiappatutto di protesta – così come molti altri nel resto d’Europa.

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