Gender gap politico, come il matrimonio influisce sulle differenze ideologiche

Diversi studi mostrano come in molti Paesi occidentali negli ultimi anni si sia aperto sempre di più un divario ideologico tra uomini e donne, soprattutto tra i giovani. Un’analisi del Financial Times basata su sondaggi della società americana Gallup, mostra come negli Stati Uniti le giovani donne tra i 18 e i 30 anni siano oggi il 35% più progressiste rispetto ai loro coetanei maschi. In Germania e Regno Unito questo gap ideologico ammonta rispettivamente a 30 e 25 punti percentuali, mentre se ci spostiamo in estremo oriente, in Corea del Sud, cresce fino a superare i 50 punti. Patrick Ruffini, noto sondaggista statunitense, in un post del suo blog The Intersection fa notare che queste analisi tuttavia non tengono in considerazione una variabile: il matrimonio. I giovani tendono infatti, per loro natura, ad essere meno sposati rispetto alle persone di età più avanzata, e il gap ideologico tra persone single – almeno negli Stati Uniti – è più alto rispetto a quello tra le persone sposate. L’analisi di Ruffini mostra come tra le donne single i Democratici ottengono +28 punti percentuali, mentre tra gli uomini +4, un gender gap che ammonta a 24 punti percentuali. Tra le donne sposate, invece, i Repubblicani ottengono +8 punti percentuali, mentre tra gli uomini +16: il gender gap si abbassa dunque a 8 punti. In caso di divorzio, le posizioni politiche tornano ad allontanarsi: tra le donne divorziate i Democratici ottengono +7 punti percentuali, mentre tra gli uomini i Repubblicani +17 – un gender gap di 24 punti. Guardando alle fasce d’età, questa tendenza diventa ancora più evidente. Tra i giovani single di età compresa tra 18 e 34 anni, il 49% delle donne vota per i Democratici e il 21% per i Repubblicani, mentre gli uomini sono equamente divisi tra Repubblicani e Democratici . Il divario scompare completamente tra i – pochi – giovani sposati: sia gli uomini che le donne sposate tra i 18 e i 34 anni mostrano una preferenza per i Repubblicani con un margine di 8 punti. Secondo Ruffini, questo perché chi si sposa in giovane età tende a essere più orientato alla famiglia o più religioso, caratteristiche che spesso coincidono con un orientamento politico più conservatore. Con l’avanzare dell’età, il matrimonio diventa un’esperienza più comune e coinvolge una porzione più ampia della popolazione, diminuendo l’influenza di una predisposizione ideologica comune. Fino ai 65 anni, uomini e donne sposati mostrano infatti una notevole somiglianza nelle loro inclinazioni partitiche: tra i 35 e i 49 anni il divario ideologico di genere ammonta a 6 punti percentuali; tra i 50 e i 64 anni, le preferenze politiche tra uomini e donne sposati risultano quasi identiche, mentre solo tra gli over 65 emerge un divario più significativo di 17 punti. I dati suggeriscono dunque che il matrimonio porti a una convergenza politica tra coniugi, probabilmente perché implica una condivisione di valori e scelte fondamentali, come l’educazione dei figli o il luogo in cui vivere. Questo processo naturale di compromesso si traduce anche in una maggiore affinità politica che porta il divario ideologico a diminuire.

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