Il Paese, ricco di diamanti e destinazione turistica di successo non ha votato il Botswana Democratic Party (Bdp) al potere ininterrottamente dall'indipendenza dal Regno Unito nel 1966, e il presidente uscente Mokgweetsi Masisi ha passato il testimone a Domo Boko, già avvocato per i diritti umani e ora leader dell' Umbrella for Democratic Change (Udc), una coalizione di partiti di opposizione
In Botswana i risultati delle elezioni generali di questa settimana vedono respinto il partito al potere da 58 anni e una transizione democratica rara per il continente africano. Il Paese, ricco di diamanti e destinazione turistica di successo non ha votato il Botswana Democratic Party (Bdp) al potere ininterrottamente dall'indipendenza dal Regno Unito nel 1966, e il presidente uscente Mokgweetsi Masisi ha passato il testimone a Domo Boko, già avvocato per i diritti umani e ora leader dell' Umbrella for Democratic Change (Udc), una coalizione di partiti di opposizione. Masisi ha telefonato a Boko congratulandosi con l'avversario e durante una conferenza stampa ha ammesso che il suo partito ha sbagliato. "Mi farò rispettosamente da parte e parteciperò a un processo di transizione senza intoppi prima dell'insediamento. Sono orgoglioso dei nostri processi democratici e rispetto la volontà del popolo". ha detto il presidente uscente. La scarsa crescita economica degli ultimi anni e l'alto tasso di disoccupazione che ha raggiunto il 27% hanno intaccato la popolarità del Bdp che aveva supervisionato la transizione democratica e l'iniziale crescita economica del Paese. Dopo che i risultati sono stati resi pubblici Domo Boko ha detto: "Quello che è successo oggi porta la nostra democrazia a un livello superiore. Significa che abbiamo assistito a una transizione democratica pacifica e ordinata". I sostenitori dell'Udc e di altri partiti di opposizione hanno festeggiato nella capitale Gaborone e in altre parti del Paese. Secondo l'ultimo conteggio, l'Udc ha vinto 31 seggi su 61 un dato che garantisce al partito la maggioranza assoluta in Parlamento e la presidenza. Durante la campagna elettorale il partito vincente si è impegnato a creare 450.000-500.000 posti di lavoro entro cinque anni.