Iron dome, cos'è e come funziona il sistema anti missile israeliano
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Si tratta di un sistema di difesa terrestre che intercetta razzi e colpi di mortaio a corto raggio. Di solito viene utilizzato dalle forze israeliane per fermare i missili lanciati dalla Striscia di Gaza
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- L'Iron dome, "la cupola di ferro", è un sistema antimissilistico inaugurato dalle Forze di difesa israeliane (Idf) nel 2011. Si tratta di un sofisticato "scudo" che non aveva mai affrontato nei suoi dodici anni di operatività un'attività così intensa come dopo gli attacchi del 7 ottobre da parte di Hamas
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- A produrre lo scudo aereo è la Rafael advanced defense systems, azienda militare israeliana nata nel 1948 come corpo delle scienze militari delle Idf. L'Iron dome è uno strumento altamente tecnologico, tanto che nel 2019 è rientrato nella classifica di Forbes delle dodici armi più innovative del decennio
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- L’Iron dome è un sistema di difesa terrestre che intercetta razzi e colpi di mortaio a corto raggio. Di solito viene utilizzato dalle forze israeliane per fermare i missili lanciati dalla Striscia di Gaza
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- Per fermare i colpi nemici, la “cupola di ferro” utilizza razzi montati su alcune batterie di difesa mobili che possono essere agilmente trasportate nei luoghi in cui vi è più necessità. Ciascuna di queste batterie è dotata di tre o quattro lanciatori che a loro volta contengono fino a venti missili
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- Le batterie sono attive 24 ore su 24, qualunque siano le condizioni atmosferiche. Ogni volta che un razzo si innalza dall’enclave palestinese, il sistema radar dell’Iron dome ne calcola velocità e traiettoria del missile
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- I centri di comando delle varie batterie calcolano le probabilità che il missile lanciato dal nemico possa colpire aree popolate. In caso affermativo, il sistema viene attivato
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- A indirizzare il missile di difesa è inizialmente il radar che ha fatto la prima segnalazione di pericolo. Poi, quando è vicino all’obiettivo il razzo intercettatore è guidato verso quello nemico da un radar interno
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- L'attacco sferrato da Hamas in questi giorni però sta mettendo a dura prova la tenuta dello scudo israeliano. Il punto debole dello scudo, pur tecnologicamente molto avanzato, potrebbe risiedere nel “fattore umano”
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- Pur essendo sempre operativo, il sistema iron dome ha a disposizione un numero limitato di missili difensivi. Davanti a un massiccio attacco, le batterie anti-razzo hanno bisogno di essere ricaricate. Proprio in questi momenti, necessari ai soldati israeliani per ricaricare le batterie, i missili palestinesi possono volare pressoché indisturbati e colpire
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- Con i suoi cinquemila razzi annunciati, il “diluvio di al-Aqsa”, l’operazione militare scatenata da Hamas contro Israele a partire dal 7 ottobre, minaccia la tenuta del sistema Iron dome come non aveva mai fatto prima, tanto che gli Stati Uniti hanno fornito a Tel Aviv nuove batterie dello scudo antimissilistico inventato da Israele