Un imitatore e i suoi improbabili aiutanti. La storia di Umid Isabaev che dal 12 marzo è in salvo in Polonia dopo che i colleghi gli hanno dato una mano...
Volodymyr Zelensky fin dal primo giorno dell’invasione russa in Ucraina ha dichiarato di essere "l'obiettivo numero uno del nemico". Ma mentre il vero Zelensky scendeva in strada armato e con giubbotto antiproiettile, un suo sosia, famoso per l’incredibile somiglianza che per anni gli ha permesso di lavorare come imitatore del presidente, temeva per la propria vita e si rifugiava nei bunker di Kiev. (Gli aggiornamenti sulla guerra Russia-Ucraina. LA DIRETTA).
Un aiuto imprevisto
Umid Isabaev, attore 41enne, ha da subito iniziato a temere per la propria vita. Non è la situazione ideale, durante una guerra, essere identico all’uomo che guida la resistenza di un Paese invaso. Ma quando meno se lo aspettava, come ha raccontato il quotidiano statunitense Washington Post, in suo soccorso sono giunte due figure insolite: i sosia del presidente russo Vladimir Putin e del leader nordcoreano Kim Jong Un. “Howard X”, che ha deciso di raccontare questa storia a condizione che i suoi dati sensibili non venissero divulgati, è l’uomo che dal 2013 impersona Kim. Dal luogo segreto in cui si trova, Howard seguiva la situazione in Ucraina e pensava alla situazione precaria e pericolosa vissuta dal suo collega ucraino. I due non si conoscono ma hanno lavorato allo stesso documentario sui sosia dei politici mandato in onda dalla tv russa nel 2020.
Il racconto del sosia di Kim Jong Un
Come lo stesso Howard racconta al Washington Post, la vita da imitatore di personaggi famosi è divertente ma può presentare anche risvolti rischiosi. “Le dittature non hanno il senso dell’umorismo”, disse alla Bbc quando, prima di un vertice reale tra il leader della Corea del Nord e l’ex presidente statunitense Donald Trump, venne espulso dal Vietnam. Howard, in pensiero per Isabaev, ha deciso di mandargli un messaggio e di offrirsi per pagargli i viaggi per fuggire dall’Ucraina. Ha contattato un altro amico, Slawomir, in arte Steve Poland, sosia professionale dello zar russo Putin.
Supporto anche dal sosia di Putin
“Anche se fingo di essere lui, non lo ammiro”, ha scritto Slawomir sui suoi canali social pochi giorni dopo l’invasione russa in Ucraina. Dalla sua casa in Polonia, il compito del falso Putin era quello di rimanere in costante comunicazione con Isabaev durante la sua fuga. Il sosia ucraino al Post ha raccontato che mentre si trovava ancora a Kiev, a guerra iniziata, riceveva proposte di aiuto sia dalla Russia che dall’Ucraina ma non sapeva di chi fidarsi. Il viaggio verso la Polonia è durato circa una settimana. Isabaev ha raccontato di aver passato diversi posti di blocco prima di arrivare in salvo, il 12 marzo, sul territorio polacco. L’imitatore ha anche ricevuto minacce: degli hacker sono entrati nella sua pagina Facebook e hanno pubblicato un’immagine della lettera Z, diventata simbolo filo-russo. Una volta in Polonia, Isabaev è stato accolto da un’auto inviata da Howard che si è anche offerto di pagargli l’alloggio in hotel.
‘Zelensky’ e ‘Putin’ insieme al bar
Isabaev e Slawomir si sono incontrati in Polonia. Sono entrati in un bar per bere una birra e parlare della guerra. Il selfie che si sono scattati ha suscitato quanto meno curiosità sui social. “Ci vediamo quasi ogni giorno. Siamo amici” dice il falso Putin.