Bielorussia, secondo gli exit poll Lukashenko sfiora l'80%. Scontri e arresti dopo il voto

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Il 79,7% degli elettori avrebbe votato per il presidente in carica, in cerca del sesto mandato. Nella giornata elettorale non sono mancate le tensioni, tra il timore di brogli e il rafforzamento delle forze di sicurezza a Minsk contro eventuali proteste. Arrestate diverse persone dopo i primi esiti del voto. Alla vigilia delle elezioni, due esponenti dell'opposizione sono stati fermati. Secondo le ong oggi sono state fermate 60 persone

Il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko, alla ricerca del suo sesto mandato, avrebbe ottenuto il 79,7% dei voti alle Presidenziali che si tengono nel Paese. È quanto emerge da un exit poll condotto su richiesta della tv Mir. È stata una giornata tesa, quella del voto in Bielorussia. Scontri tra manifestanti e forze dell'ordine sono scoppiati subito dopo la chiusura delle urne e sono arrivati anche degli arresti. Polemiche anche per la Commissione elettorale che ha negato il prolungamento del voto oltre le 20 e il rafforzamento della presenza della polizia nel timore di proteste. Anche alla vigilia non erano mancate tensioni, con il fermo di due esponenti dell'opposizione. Negli ultimi mesi si erano già registrate diverse proteste di massa contro Lukashenko con decine di migliaia di persone, e oppositori di spicco erano stati arrestati o si sono visti respingere la richiesta di candidatura.

Scontri e arresti dopo i primi esiti del voto

A Minsk, stando a media russi e bielorussi, circa 300 giovani si sono scontrati con la polizia. Secondo Ria Novosti gli agenti hanno usato granate stordenti e ci sarebbero dei feriti tra i manifestanti. Anche a Brest vi sarebbero degli scontri. Internet funziona male in tutto il Paese e anche i servizi di taxi sarebbero fuori uso. Vi sono notizie di arresti, anche tra giornalisti stranieri, come l'inviata di Belsat, emittente televisiva polacca. Inoltre, sono state arrestate diverse persone a Minsk dopo le prime notizie dagli exit poll, come riporta il portale Tut.by. Il sito è uno dei principali media indipendenti in Bielorussia, ma è divenuto inaccessibile poco dopo aver segnalato le prime reazioni dopo la chiusura dei seggi elettorali.

A sfidare Lukashenko la moglie di un oppositore finito in carcere

I candidati alla presidenza erano in tutto cinque, ma la principale rivale di Lukashenko era considerata l'ex casalinga Svetlana Tikhanovskaya, entrata in politica dopo che suo marito Sergey Tikhanovsky, un noto blogger e oppositore, è finito in carcere con accuse ritenute da molti di matrice politica e gli è stata così impedita la candidatura. "La maggioranza dei bielorussi è con me", ha detto dopo il voto Svetlana Tikhanovskaya, non credendo alle indicazioni ufficiali che danno Lukashenko nettamente in testa. "Credo a quello che vedono i miei occhi e vedo che la maggioranza è con noi", ha detto.

Il 79,7% dei voti al capo di Stato uscente. Lunghe file ai seggi, l'opposizione teme brogli

Durante la giornata non sono mancate lunghe file di elettori davanti ai seggi, a Minsk, e nemmeno le polemiche. Poco prima dalla chiusura della giornata elettorale, la commissione elettorale ha parlato di "provocazione" e "sabotaggio" da parte dell'opposizione. Svetlana Tikhanovskaya ha infatti invitato i bielorussi a non utilizzare il voto anticipato - che si è svolto da martedì a sabato - ma a votare in massa domenica per ridurre il rischio di frodi, ritenendo più difficile falsificare le schede nelle ore immediatamente precedenti all'apertura delle urne. E proprio nelle ore finali del voto, si sono formate code impressionanti davanti a molti seggi elettorali e persino davanti all'ambasciata bielorussa a Mosca.

La Commissione elettorale nega il prolungamento del voto

La commissione elettorale ha poi negato, nonostante le lunghe code ai seggi, il prolungamento del tempo a disposizione per votare oltre le 20, ora di chiusura dei seggi. "La legge consente di votare fino alle 20. La Commissione elettorale centrale non può modificare le leggi: i seggi elettorali dovranno dunque chiudere", ha spiegato la Commissione. Ed è polemica anche per il fermo di oltre 60 persone, tra cui 30 osservatori elettorali, secondo quanto riferito dal centro per i diritti umani Vesna ripreso dalla tv russa Dozhd.

Le tensioni della vigilia e del giorno del voto

In Bielorussia  anche la vigilia non è stata priva di tensione. Ieri, sabato 8 agosto, la responsabile della campagna elettorale di Svetlana Tikhanovskaja, la principale candidata dell'opposizione,  è stata fermata e trattenuta brevemente. Stessa sorte è toccata a Maria Kolesnikova, una delle principali sostenitrici di Tikhanovskaja. E anche Veronika Tsepkalo, l'altra principale alleata di Tikhanovskaya, avrebbe lasciato il Paese temendo di essere arrestata. Alla vigilia del voto non sono mancati timori di violenze, tanto che Tikhanovskaya aveva chiesto in un video diffuso su Internet di "rinunciare alla violenza".

Chi è Lukashenko

Lukashenko, eletto presidente per la prima volta nel 1994 con l'80% dei voti, guida la Bielorussia con il pugno di ferro da cinque mandati. Fervente nazionalista, di recente ha sviluppato una collaborazione con la vicina Russia e allo stesso tempo ha cercato di non tagliare del tutto con l'Europa, che gli ha concesso la cancellazione di alcune sanzioni comminate alla Bielorussia per via del suo regime autoritario. Nel 2004, un referendum ha cancellato il limite di due mandati per la carica di capo di Stato, consentendogli così potenzialmente la presidenza a vita. 

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