La piccola Iman Laila si era ammalata ed è morta per il freddo mentre era tra le braccia del papà, che la stava portando a piedi in ospedale da un campo profughi improvvisato vicino a Ma'rata. La storia è stata raccontata dal Syrian Network for Human Rights
Una bimba di appena 18 mesi è morta assiderata tra le braccia del padre, che cercava di portarla a piedi in ospedale da un campo profughi improvvisato nella regione di Aleppo, in Siria. La storia della piccola Iman Mahmoud Laila è stata raccontata dal Syrian Network for Human Rights, un osservatorio che si occupa di stimare il numero delle vittime del conflitto siriano (SIRIA: UN PAESE IN GUERRA DA 9 ANNI), ed è il nuovo simbolo della tragedia che sta vivendo il Paese.
La storia di Iman Laila
La bimba viveva in una tenda vicino al villaggio di Ma'rata, nel governatorato di Aleppo, con la famiglia, che era scappata nel 2018 dalla città Hamouriya, nella Ghouta, la periferia di Damasco, dopo gli scontri nella zona. Con il freddo pungente di questi giorni, in un alloggio precario senza riscaldamento, la bimba si è ammalata e ha cominciato ad avere problemi respiratori. Il padre ha deciso di andare in ospedale ad Afrin, a due ore di cammino. Ha avvolto la figlia in una coperta e l'ha stretta nel tentativo di proteggerla dal freddo. Ma non è servito: la piccola è arrivata senza vita in ospedale. Secondo quanto dichiarato dai medici, la bimba è deceduta per assideramento. Il Syrian Network for Human Rights ha diffuso l’immagine della bambina.
La Siria colpita da un’ondata di gelo
La regione di Ma’rata in questi ultimi giorni è stata colpita da forti nevicate. Nel Paese martoriato da quasi un decennio di guerra i combattimenti proseguono e sono circa 100mila i civili siriani sfollati nelle ultime 48 ore nella regione nord-occidentale, teatro dell’offensiva russo-filogovernativa oltre che dal recente intervento militare turco. Secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), le decine di migliaia di civili in fuga dalle zone a sud-ovest di Aleppo sono diretti verso il confine turco e si tratta in gran parte di donne e bambini. Secondo l’Onu, sono circa 700-800mila in tutto gli sfollati da dicembre alla prima settimana di febbraio (MIGLIAIA DI CIVILI IN FUGA).