L’appello di Francesco: “Luce per bimbi abusati, poveri, malati, emarginati”. VIDEO

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Nel giorno di Natale, il Papa si è rivolto agli "schiavi dell'oggi": “La Parola di Dio vi chiama ad uscire dalle prigioni”. Poi l’invito a superare tutti i muri dell’indifferenza

"L'Emmanuele sia luce per tutta l’umanità ferita. Sciolga il nostro cuore spesso indurito ed egoista e ci renda strumenti del suo amore": così papa Francesco ha concluso il suo Messaggio natalizio "Urbi et Orbi". "Attraverso i nostri poveri volti, doni il suo sorriso ai bambini di tutto il mondo: a quelli abbandonati e a quelli che hanno subito violenze", ha proseguito. "Attraverso le nostre deboli braccia, vesta i poveri che non hanno di che coprirsi, dia pane agli affamati, curi gli infermi", ha detto ancora il Pontefice. "Per la nostra fragile compagnia, sia vicino alle persone anziane e a quelle sole, ai migranti e agli emarginati - ha aggiunto -. In questo giorno di festa, doni a tutti la sua tenerezza e rischiari le tenebre di questo mondo".

L’appello contro il muro dell’indifferenza

Francesco si è rivolto agli "schiavi dell'oggi" nel giorno di Natale per dire loro che la Parola di Dio li chiama "ad uscire dalle prigioni". E ha citato le vittime della mancanza di pace in Medioriente, America Latina  e Africa, i cristiani perseguitati, i sacerdoti rapiti ma in particolar modo si sofferma sui migranti. Vittime, questi ultimi, dell'ingiustizia che li costringe ad attraversare mari trasformati in cimiteri e a subire torture e "abusi di ogni tipo" in campi di transito che in realtà sono lager. E questo "di fronte a muri di indifferenza".

Il sostegno ai popoli colpiti dalle guerre

"Ci sono tenebre nei conflitti economici, geopolitici ed ecologici – ha detto Francesco – ma più grande è la luce di Cristo. Cristo sia luce per i tanti bambini che patiscono la guerra e i conflitti in Medio Oriente e in vari Paesi del mondo". Quindi il Bambino "sia conforto per l'amato popolo siriano che ancora non vede la fine delle ostilità che hanno lacerato il Paese in questo decennio. Scuota le coscienze degli uomini di buona volontà. Sia sostegno per il popolo libanese, perché possa uscire dall'attuale crisi e riscopra la sua vocazione ad essere un messaggio di libertà e di armoniosa coesistenza per tutti. Sia luce per la Terra Santa dov'Egli è nato, Salvatore dell'uomo, e dove continua l'attesa di tanti che, pur nella fatica ma senza sfiduciarsi, aspettano giorni di pace, di sicurezza e di prosperità. Sia consolazione per l'Iraq, attraversato da tensioni sociali, e per lo Yemen, provato da una grave crisi umanitaria”.

 

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