Cile, 15 morti dall'inizio delle proteste

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Sono 11 solo nella capitale Santiago, dove ci sono stati saccheggi nei centri commerciali, Altre tre vittime fuori dalla città. Intanto, il presidente Pinera invita i partiti politici ad un "accordo sociale" per il bene del Paese

È salito a 15 il bilancio delle vittime dei disordini che da alcuni giorni sconvolgono il Cile e in particolare la capitale Santiago per le proteste iniziate contro l'aumento dei trasporti pubblici ma poi sfociate in ribellione contro il carovita e le disuguaglianze socio-economiche.

I feriti sono 2643

Undici delle vittime sono rimaste uccise durante i saccheggi e gli incendi di centri commerciali nella regione di Santiago, altre tre sono state assassinate da colpi di arma da fuoco fuori dalla capitale, a La Serena, a Coquimbo e lungo la Statale '5 Sur'. Dopo la terza notte di coprifuoco a Santiago, il sottosegretrio Rodrigo Ubilla, che ha aggiornato il bilancio dei feriti a 2643, ha dichiarato che "si è comunque notata una diminuzione significativa dei fatti violenti associati a saccheggi, vandalismi e delinquenza", ringraziando per questo le Forze armate. 

Pinera invita i partiti ad un incontro

Il presidente Pinera, che nei giorni scorsi aveva detto "siamo in guerra", si è detto disponibile ad un incontro con i capi dei partiti politici per arrivare a quello che ha definito un "accordo sociale" per condurre tutti "ad un approccio responsabile per la ricerca delle soluzioni migliori ai problemi dei cileni".

L'appello di Alexis Sanchez

Anche il mondo del calcio si mostra sensibile alla tragedia che sta vivendo in questo momento il paese sudamericano. Alexis Sanchez, l'attaccante cileno dell'Inter, in un post su Istagram ha scritto: "accetto le proteste per un Cile migliore, ma in modo pacifico e senza distruggere i beni di cui tutti abbiamo bisogno. Facciamolo per i bambini che non hanno colpe".

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