Bielorussia, trovata fossa comune a Brest con resti di oltre 700 ebrei

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Un tecnico al lavoro nella fossa comune di Brest (Getty Images)
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I corpi sarebbero legati alle fucilazioni avvenute nella zona durante la Seconda Guerra Mondiale. La scoperta è avvenuta in occasione della costruzione di un nuovo complesso residenziale

A Brest, in Bielorussia, è stata scoperta una fossa comune in cui sono stati rinvenuti i corpi di oltre 700 ebrei uccisi. I cadaveri sono stati ritrovati in corrispondenza del vecchio ghetto ebraico che, ai tempi della Seconda Guerra Mondiale, si trovava nel territorio occupato dai nazisti. Il ritrovamento è stato casuale, durante gli scavi di un cantiere per la costruzione di un nuovo complesso residenziale.

Le operazioni di recupero

Secondo quanto riferito all'AFP da Dmitri Kaminski, che dirige le operazioni di esumazione, sono stati raccolti i resti di 790 persone in un'attività che ha provocato forti emozioni nelle persone coinvolte: "Restituiamo i resti alle autorità locali perché provvedano a una nuova sepoltura. Quando troviamo lo scheletro di un bambino o quello di una madre che ha tentato di proteggere il figlio, comprendiamo quello che questa gente ha provato. E non sono sentimenti gradevoli".

Brest e il Nazismo

Brest, oggi città di 340mila abitanti al confine con la Polonia, durante la Seconda Guerra Mondiale fu strappata all'Unione Sovietica in una battaglia avvenuta nel giugno del 1941. Dopo una settimana di combattimenti, le truppe tedesche fucilarono migliaia di ebrei in pochi giorni. Fu poi creato un ghetto e fu eseguita la confisca di tutti gli oggetti di valore in possesso degli ebrei uccisi e di quelli sopravvissuti. Durante il Nazismo il ghetto di Brest ospitò 18mila persone. Quasi tutti gli ebrei di Brest sopravvissuti al 1941 furono fucilati nell'ottobre del 1942 a Bronnaja Gora, un campo di concentramento e sterminio che i nazisti allestirono nella regione.

Fermare i lavori

Questo non è stato il primo ritrovamento di ebrei uccisi durante la guerra nella zona di Brest. In passato i resti delle vittime dei massacri del 1941 erano infatti stati già rinvenuti in altri luoghi della città. Anche per questo è stata lanciata una petizione che chiede l'arresto dei lavori di costruzione del complesso residenziale, che dovrebbe sorgere su un edificio risalente al tempo del ghetto. Dal canto suo l'impresa di costruzioni coinvolta per ora si rifiuta di fermare i lavori, affermando che il progetto è stato approvato dalle autorità. L'edificio dovrebbe concorrere a rinnovare una zona della città composta, secondo l'opinione dell'azienda, da "vecchi edifici residenziali in rovina. Purtroppo, negli anni successivi alla guerra sono state scoperte molte fosse comuni in Bielorussia, e ciò avviene ancora. Oggi conduciamo un dialogo trasparente con tutti coloro che sono coinvolti in questo processo". L'impresa ha poi ribadito di voler "continuare a lavorare in conformità con gli accordi di investimento".

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