Elezioni USA 2024
Arrow-link
Arrow-link

Uffizi, direttore Schmidt: “Germania renda opera di van Huysum trafugata dai nazisti”

Mondo

Il numero uno tedesco del museo lancia un appello per la restituzione del quadro “Vaso di fiori”, rubato dalla Wehrmacht durante la guerra. La famiglia che lo possiede non lo rende all’Italia. Al suo posto appesa una riproduzione in bianco e nero con la scritta “rubato”

 

Con il nuovo anno appena iniziato, Eike Schmidt, direttore tedesco degli Uffizi di Firenze ha rivolto un appello al suo Paese di origine, la Germania: “Ci auguriamo che nel corso di quest'anno possa essere finalmente restituito alle Gallerie degli Uffizi il 'Vaso di Fiori' di Jan van Huysum, rubato da soldati nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale e attualmente nella disponibilità di una famiglia tedesca che dopo tutto questo tempo non l'ha ancora reso al museo nonostante le numerose richieste da parte dello Stato italiano".

La storia del dipinto

L’appello, diffuso anche via web, riguarda un dipinto dell’artista olandese Jan van Huysum (1682-1749), pittore di nature morte di grandissima fama. Si tratta di un olio su tela appartenente alle collezioni di Palazzo Pitti fin dal 1824, quando fu acquistato dal granduca Leopoldo II per la Galleria Palatina. Per oltre un secolo restò nella sala dei Putti, ma nel 1940, quando la reggia fu evacuata, il quadro fu trasferito in ville del contado. Nel 1943 era a villa Bossi Pucci dove militari tedeschi in ritirata verso nord lo portarono via con altre opere. Il dipinto fece tappa con le altre opere trafugate a Castel Giovio (Bolzano) dove la cassa in cui si trovava venne aperta e si completò il trafugamento. Quindi dell'opera si persero le tracce. Ricomparve solo decenni dopo, nel 1991, poco dopo la riunificazione tedesca. Da allora vari intermediari, per conto dei possessori, hanno tentato più volte di mettersi in contatto con le autorità in Italia chiedendone un riscatto. Una richiesta di tale assurdità, si commenta dagli Uffizi, che dopo l'ultima offerta ha convinto la procura di Firenze ad aprire un'indagine: "il quadro infatti è già di proprietà dello Stato Italiano, e pertanto non è alienabile né acquistabile".

La riproduzione in bianco e nero

Per dare forza al suo appello il direttore Schmidt ha fatto collocare una riproduzione in bianco e nero del quadro, una stampa ottenuta da una fotografia del primo '900 realizzata da Alinari, nella stessa sala dei Putti di Palazzo Pitti dove il quadro è rimasto fino al 1943 prima di essere trasferito nella campagna a scopo di difesa durante la Seconda Guerra Mondiale. La riproduzione è stata corredata da cartelli con la scritta “rubato” in tre lingue - italiano, inglese e tedesco -, e da una didascalia esplicativa che ricorda come a sottrarla furono soldati della Wehrmacht.

Le parole di Schmidt

"Saremo ben lieti di rimuovere questa memoria fotografica - conclude Schmidt - quando agli Uffizi sarà restituito l'originale". Dal 2 gennaio, alla riapertura del museo, i visitatori potranno prendere coscienza di questa storia. "A causa di questa vicenda che intacca il patrimonio delle Gallerie degli Uffizi - spiega ancora Schmidt -, le ferite della seconda Guerra Mondiale e del terrore nazista non sono ancora rimarginate. La Germania dovrebbe abolire la prescrizione per le opere rubate durante il conflitto e fare in modo che esse possano tornare ai loro legittimi proprietari". Il direttore degli Uffizi sottolinea poi che "per la Germania esiste comunque un dovere morale di restituire quest'opera al nostro museo: e mi auguro che lo Stato tedesco possa farlo quanto prima, insieme, ovviamente, ad ogni opera d'arte depredata dall'esercito nazista".

Mondo: I più letti