Caso Regeni, Salvini in Egitto incontra Al Sisi: "Fare piena luce"

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Paola Regeni tiene lo striscione in cui si chiede la verità sull'omicidio di Giulio (Archivio Ansa)

Il ministro dell'Interno ha incontrato al Cairo il presidente egiziano. Il Viminale riferisce di un colloquio "lungo e cordiale". Al centro dei colloqui il rafforzamento delle iniziative in tema di sicurezza, contrasto all'immigrazione clandestina e al terrorismo

"Fare piena luce sull'omicidio dello studente italiano Giulio Regeni": è la richiesta che questa mattina il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini ha rivolto al presidente egiziano Abd Al Fattah Al Sisi, con cui si è incontrato al Cairo. Lo rende noto il Viminale parlando di un vertice "lungo e cordiale" al quale ha partecipato anche il ministro dell'Interno egiziano. Al centro dei colloqui il rafforzamento delle iniziative in tema di sicurezza, contrasto all'immigrazione clandestina e al terrorismo.

Al Sisi rassicura Salvini: vogliamo fare giustizia

Il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi ha confermato al vicepremier e ministro dell'interno, Matteo Salvini, "la volontà e il grande desiderio di arrivare a risultati definitivi delle indagini sull'omicidio dello studente italiano Giulio Regeni con l’obiettivo di scoprire i criminali e fare giustizia su questa vicenda". Lo ha affermato il portavoce della presidenza egiziana, Bassam Radi, in un comunicato diffuso dopo la conclusione dell'incontro svoltosi al Cairo nella giornata di oggi, mercoledì 18 luglio.

Continuano le indagini della Procura di Roma

Intanto la Procura di Roma continua a indagare sul sequestro, sulle torture e sulla morte del 28enne ricercatore di origine friulana. A fine giugno un comunicato congiunto della procura generale egiziana e quella di Roma aveva evidenziato come "nessun materiale di interesse investigativo" fosse emerso dai video e frammenti di immagine delle telecamere della metro del Cairo risalenti al 25 gennaio 2016, giorno della scomparsa di Regeni. Sono ora in corso gli accertamenti sui numerosi "buchi temporali" presenti nelle registrazioni consegnate agli inquirenti italiani.

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