Usa e Russia, dal 1943 a oggi: 75 anni di vertici tesi

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Da in alto a sinistra: Gorbaciov e Reagan, Krusciov e Kennedy, Eltsin e Clinton e Putin e Bush

Da quelli durante la Seconda Guerra Mondiale, fino agli anni 2000, passando per la Guerra fredda. Sono stati molti i faccia a faccia fra Mosca e Washington che hanno visto protagonisti personalità come Krusciov e Kennedy, Nixon e Brezhnev, fino a Putin e Bush

Siria, Ucraina, ma anche sanzioni, Russiagate e avvelenamenti da Novichok. Lo storico vertice del 16 luglio fra Donald Trump e Vladimir Putin è un appuntamento cruciale e potrebbe essere uno dei più tesi della storia dei rapporti fra le due superpotenze. Da quelli durante la Seconda guerra mondiale fino agli anni 2000, ecco quali sono stati i principali faccia a faccia.

I vertici durante la Seconda guerra mondiale

Il periodo del secondo conflitto mondiale è stato segnato da tre vertici fra i Tre Grandi (Usa-Gb-Urss) che hanno conosciuto una progressiva escalation: dal coordinamento fra alleati, del novembre 1943 a Teheran, in meno di due anni si arriva a Yalta (Crimea) nel febbraio 1945, quando l'avanzata delle truppe sovietiche verso Berlino e il cuore dell'Europa comincia a preoccupare i due alleati di Stalin: Franklin Roosevelt e Winston Churchill. Nel terzo dei tre grandi vertici bellici a Potsdam, nell'agosto del 1945, l'Est Europa è sotto Mosca e la distanza fra Stalin e Harry Truman, successore di Roosevelt, diventa abissale. Il mondo è congelato in due blocchi.

Gli anni della Cortina di Ferro

I primi anni del Dopoguerra sono quelli della Cortina di Ferro, della corsa alla supremazia nucleare e della Guerra in Corea. Per 14 anni i leader delle due parti non si incontrano. Bisogna attendere che il successore di Stalin, Nikita Krusciov, diventi il primo leader sovietico ad andare in territorio Usa, in occasione del vertice di Camp David, il 15 settembre 1959, con Dwight Eisenhower alla presidenza degli Stati Uniti. Nel 1961 un altro incontro passato alla storia, quello tra Krusciov e Kennedy, a Vienna. Ma la divisione della Germania e la disfatta alla Baia dei Porci sono un muro invalicabile. Nel 1962 la Crisi dei missili a Cuba porta le due superpotenze sull'orlo del conflitto.

La distensione e l'inizio di "un'epoca di grandi speranze"

La Guerra Fredda continua per oltre 20 anni, ma fra il 1970 e il 1974, nonostante la guerra in Vietnam, Richard Nixon e Leonid Brezhnev si vedono due volte a Mosca e una a Washington e concludono due accordi sul nucleare. La distensione è iniziata, l'incubo atomico conosce una tregua. Si apre quella che Nixon definisce un'epoca di "grandi speranze". Segna un importante passo avanti anche il vertice tra Gerald Ford e Brezhnev del 1975, proprio nella capitale finlandese, dove vennero siglati i celebri accordi di Helsinki della Conferenza per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa.

Reagan e Gorbaciov: lo storico vertice di Reykjavik

Nel decennio successivo l'intransigenza dell'America di Ronald Reagan e dell'alleata britannica Margaret Thatcher, e la contestuale apertura dell'Urss di Mikhail Gorbaciov, portano allo storico vertice di Reykjavik, in Islanda, nell'ottobre 1986, dove all'equilibrio del terrore nucleare si sostituisce la fiducia personale fra i due leader. Un anno dopo vengono firmati i trattati che mettono fine alla Guerra Fredda. La caduta dell'Urss e del muro di Berlino aprono la strada a un mondo diverso. Lo dimostrano i diversi incontri tra Boris Eltsin sia con George HW Bush che con Bill Clinton.

Gli anni 2000, nessun vertice tra Putin e Obama

Ma negli anni 2000 ritorna la tensione, quando la Nato arriva ai confini della Russia di Vladimir Putin. Gli incontri comunque continuano: sono stati almeno tre quelli fra George W. Bush e l’attuale presidente russo. Mentre con l'arrivo alla Casa Bianca di Barack Obama non ci sono stati incontri ufficiale e, anzi, Usa e Russia sono apparse lontane, soprattutto per via delle questioni legate all'Ucraina e alla Siria. Putin e Obama si sono quindi incontrati solo “a margine” di summit internazionali, come al G20 2016 in Cina. Proprio come successo fra Putin e Trump, almeno fino al 16 luglio 2018.

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