Dall'uragano Harvey a Irma, la tecnologia per affrontare le emergenze

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Floriana Ferrando

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Dagli open data ai social network come Facebook e Snapchat, passando per le app dedicate, ecco come gli strumenti digitali stanno cambiando la gestione delle emergenze, rendendo gli interventi più tempestivi e i cittadini più informati

Richieste di aiuto, offerte di soccorso, testimonianze in tempo reale e dati sul percorso dell’uragano. Mentre l’uragano Irma è stato declassato a tempesta tropicale, lasciando dietro di sé decine di morti e danni ingenti, le tecnologie si rivelano ancora una volta uno strumento fondamentale per la gestione delle emergenze. Dalle applicazioni per smartphone agli open data, dai social network come Snapchat e Facebook alle mappe interattive.

 

 

Mark for Rescue Help

SEE COLOR INDEX BELOW: ** PLEASE REMOVE YOUR MARK ONCE YOU ARE RESCUED *** PHONE NUMBER TO MARKER IS IMPORTANT*** You can mark your location on google map to help notice exact GPS location by rescue team. Collaboration will help do better rescue. 1. Use the search box to locate your place.

Ecco la mappa interattiva lanciata da Google durante il passaggio dell'uragano sulla città di Houston. Permette agli utenti di inserire un pin - di colore diverso a seconda del tipo di emergenza - per chiedere aiuto e mettersi in contatto con le squadre di soccorso. 

 

Open data

Dopo l’arrivo dell’uragano Harvey dello scorso agosto, le informazioni più accurate e aggiornate hanno raggiunto i residenti attraverso una piattaforma open data locale. In vista dell’emergenza, l’Harris County Flood Control District ha reso disponibili online i dati sulle precipitazioni e i livelli dei corsi d’acqua: quando un punto sulla mappa da verde diventa rosso, l’acqua sta fuoriuscendo dai margini. Questo libero accesso alle informazioni pubbliche può essere di vitale importanza, come sottolinea Rafael Lemaitre, ex direttore nazionale degli affari pubblici di FEMA (Federal Emergency Management Agency), che vive a Houston e ammette che molti suoi conoscenti hanno sfruttato questo strumento per mettersi in salvo.

 

Inoltre il Dipartimento per la Sicurezza Nazionale ha lanciato un sito open data che si propone come un aggregatore di dati ufficiali per fornire a privati e non, informazioni affidabili ed aggiornate sull’emergenza.

 

Snapchat fra Stories e mappe 

Già nel 2012 in occasione dell’uragano Sandy del 2012, gli hashtag di Twitter, Facebook e pure il meno conosciuto Instagram avevano facilitato le operazioni di soccorso, permettendo di localizzare e contattare le persone in difficoltà. Ma questa volta la tecnologia ha giocato senza dubbio un ruolo più significativo, secondo gli esperti. Durante gli uragani Harvey e Irma, Snapchat è stato uno dei mezzi più utilizzati per segnalare disagi, come le interruzioni della linea elettrica: il team di Snapchat ha registrato un notevole aumento di traffico durante l'ultimo fine settimana, con ben 300.000 post legati all’uragano Harvey condivisi attraverso la sezione Stories. La sezione Maps, che geolocalizza gli utenti attivi, ha invece contribuito a fornire informazioni aggiornate sulle aree dove era necessario l’intervento.

 

Su Facebook testimonianze e donazioni 

Facebook è stato molto utilizzato non solo per il Safety Check, tool lanciato nel 2014 che permette di comunicare ai propri contatti che si sta bene, ma anche per documentare attraverso i video in diretta le situazioni più difficili. Facebook Live è anche stato utilizzato dalla band dei Green Day per raccogliere 100.000 dollari a sostegno dei superstiti dell'uragano, attraverso uno speciale concerto sulla loro pagina. Rispetto al passato, i social network non sono utilizzati solo dai cittadini, ma dagli stessi organi di soccorso per fornire una risposta più rapida ed efficace: la stessa FEMA ha ora un'applicazione ad hoc attraverso cui rende più facile gli interventi. “E’ il metodo più efficace”, afferma Lemaitre, ricordando quella volta in cui, durante l’alluvione in Louisiana dell’anno scorso, “una donna ha dirottato altrove i soccorsi comunicando via Facebook che era isolata, ma stava bene e aveva viveri e medicine con sé”.

 

Le app per l’emergenza 

Nel frattempo arrivano sempre più applicazioni per smartphone pensate apposta per fare fronte a qualsiasi tipo di emergenza. E’ il caso di Zello: se le tradizionali vie di comunicazione sono interrotte, l’app trasforma il telefono in un walkie-talkie, permettendo la comunicazione uno a uno oppure in gruppi. Quando Harvey si è abbattuto su Houston i soccorritori hanno utilizzato proprio questa applicazione per organizzare le squadre di intervento (qui le istruzioni per usare al meglio l’app condivise dal fondatore di Zello Alexey Gavrilov). Molto utile l’app della Croce Rossa che consiglia il comportamento da tenere e localizza i centri di accoglienza, mentre Nextdoor mette in contatto le persone dello stesso quartiere per aiutarsi fra vicini di casa. Per chi ha bisogno di spostarsi, invece, Waze informa sul traffico in tempo reale con tanto di indicazioni degli utenti, mentre GasBuddy segnala le stazioni di carburante più vicine e, soprattutto, quelle ancora fornite.

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