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Siria, esplosione e incendio vicino all’aeroporto di Damasco

Mondo
Damasco, foto d'archivio (Getty Images)

Ipotesi di un raid di Israele contro Hezbollah. Il ministro israeliano dell'Intelligence: azione "coincide interamente con la nostra politica''. Boris Johnson alla Bbc: se Usa ci chiedono di bombardare difficile dire di no

Una forte esplosione avrebbe colpito, alle prime ore del mattino, la città di Damasco, in Siria. Dopo il boato, sarebbe divampato anche un incendio, vicino all’aeroporto. A riferire quanto accaduto sono stati diversi attivisti dell’opposizione e osservatori. Una conferma è poi arrivata anche dal capo dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, Rami Abdurrahman che ha affermato che l’esplosione è stata sentita in tutta la città, tanto da svegliare molti abitanti. Mentre il sito filogovernativo Damascus Now fa sapere che l'esplosione si sarebbe verificata nella zona di Seventh Bridge, proprio vicino all'aeroporto.

Possibile raid israeliano contro depositi Hezbollah

Secondo quanto riportato da fonti di intelligence citate da Reuters, l'attacco sarebbe stato sferrato dagli israeliani contro depositi di Hezbollah. Questa versione è sostenuta anche dalla tv siriana Al Manar che indica Israele come "probabile" responsabile. E, proprio il ministro isrealiano per l'Intelligence, Israel Katz, riferendosi alle esplosioni avvenute stanotte all'aeroporto di Damasco, pur non confermando apertamente una responsabilità del suo Paese, ha dichiarato che l'episodio "coincide interamente con la nostra politica" che "prevede interventi per impedire il trasferimento di armi sofisticate dalla Siria agli Hezbollah in Libano con l'aiuto dell'Iran''. Inoltre, il 26 aprile, il ministro della difesa israeliano Avigdor Lieberman aveva incontrato a Mosca il suo omologo russo, Sergei Shoygu, per discutere proprio della situazione in Siria. 
Un'altra segnalazione arriva dall’agenzia governativa Sana che cita fonti militari e che afferma che le esplosioni avvenute all'alba vicino all'aeroporto di Damasco sono state provocate da "un'aggressione israeliana compiuta con il lancio di missili contro installazioni militari" siriane. L'agenzia aggiunge che i missili sono stati lanciati dai "territori occupati", presumibilmente dalla parte delle Alture del Golan dove si trova l'esercito israeliano. 

Boris Johnson: "Se Usa ci chiedono di bombardare è difficile dire di no"

Lo scenario siriano, intanto, torna al centro del dibattito in Gran Bretagna dopo che il ministro degli Esteri, Boris Johnson, in un’intervista alla Bbc, ha detto che, se gli Stati Uniti chiedessero al governo britannico un sostegno militare in nuovi ipotetici bombardamenti contro le forze governative in Siria, per Londra "sarebbe difficile dire di no". L’eventualità di un intervento non è quindi esclusa, nonostante il voto contrario espresso a suo tempo dalla Camera dei Comuni. "Se si rivolgessero a noi per chiederci sostegno, per esempio con il lancio di missili da un sottomarino nel Mediterraneo, dal mio punto di vista, e so che si tratta anche del punto di vista del Primo ministro, sarebbe difficile dire no", ha spiegato Johnson. Questa eventualità, poi, sarebbe ancora più plausibile se fosse "in risposta a un attacco con armi chimiche". 

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