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Venticinque premi Nobel per l’economia contro Marine Le Pen

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Secondo gli economisti i programmi "antieuropeisti" e "protezionisti", tra cui quello del Front National, rappresentano un rischio di "destabilizzazione" in Francia e in Europa (Getty Images)

Alcuni economisti, tra cui Robert Solow, Amartya Sen e Joseph Stiglitz hanno firmato un editoriale sul quotidiano francese Le Monde per prendere le distanze dall’uso strumentale delle loro teorie durante la campagna elettorale

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Dopo l’appello firmato da oltre cento esponenti di spicco del mondo dell’arte e della cultura anche 25 premi Nobel per l’economia si schierano contro Marine Le Pen. A meno di una settimana alle elezioni per il primo turno delle presidenziali francesi (come e quando si vota), sotto accusa finiscono le politiche antieuropeiste della candidata del Front National che, secondo i 25 economisti, durante la campagna elettorale avrebbe utilizzato in modo strumentale alcune teorie per avvalorare le sue posizioni. Nonostante ci siano "opinioni diverse" sull'"unione monetaria e le politiche di rilancio", hanno scritto i premi Nobel in un’editoriale comparso sul quotidiano francese Le Monde il 18 aprile, "le nostre posizioni convergono nella condanna della strumentalizzazione del pensiero economico" e nella difesa della costruzione europea, considerata "fondamentale" per mantenere il progresso economico dei Paesi Ue. Tra i firmatari il francesi Jean Tirole, vincitore del premio nel 2014, l'americano Robert Solow (1987) e l'indiano Amartya Sen (1998).

Nobel economia: "Europa fondamentale"

Nella tribuna comparsa sul quotidiano francese gli economisti denunciano di esser stati tirati in ballo da "alcuni" candidati alle elezioni presidenziali francesi, e in particolare da Marine le Pen e dalla suo staff, per giustificare un programma "antieuropeo" e "protezionista". Una ricetta che, secondo i premi Nobel, rappresenta un rischio di "destabilizzazione" in Francia e in Europa. "La costruzione europea è fondamentale non soltanto per mantenere la pace sul continente – spiegano i firmatari – ma anche per il progresso economico degli Stati membri e per il loro potere politico nel mondo".

Euro e politiche di accoglienza

Da Bengt Holmström a Robert Shiller, passando per Edmund Phelps e Michael Spence, tra i 25 firmatari ci sono economisti liberali ma anche alcuni molto critici nei confronti della moneta unica come l'americano Joseph Stiglitz (Nobel nel 2011, e tra i più citati dalla Le Pen) che, però, insieme ai suoi colleghi ricorda come ci sia "una grande differenza tra scegliere di non adottare l'euro all'inizio e uscirne". Nell'editoriale i firmatari dell’appello si spendono anche per le politiche di accoglienza sostenendo che: i migranti "ben integrati nel mercato del lavoro possono essere un’opportunità economica per il paese che li accoglie" e non una minaccia da combattere.