Datagate, i rischi di un’Internet sempre più “balcanizzata”
MondoDiversi paesi stanno lanciando progetti di network a prova di intercettazione. Che, però, rischierebbero di frammentare l’attuale rete. Financial Times: “Obama deve fare qualcosa al più presto”
di Nicola Bruno
L’allarme è stato lanciato prima dalle colonne del Guardian e poi da quelle del Financial Times. Lo scandalo intercettazioni della Nsa non riguarda solo il dibattito tra difensori dei diritti civili (che insistono sulla violazione della privacy) e i sostenitori della sicurezza nazionale (come l’amministrazione Obama), ma anche chiunque accede ogni giorno a Internet. C’è il rischio, infatti, che tra le conseguenze del Datagate, ci sia l’addio a Internet come sistema di comunicazione globale uguale per tutti, a favore di un modello più “balcanizzato”, in cui ogni stato offre servizi diversi ai propri cittadini. I segnali che vanno in questa direzione provengono da più parti. E, soprattutto, coinvolgono paesi importanti come Svizzera, Germania, Brasile e Unione Europea. Che presto potrebbero mettere in piedi infrastrutture di rete più chiuse, simili (per alcuni versi) a quelle già attive in paesi restrittivi come Cina, Iran e Russia.
Nuvole svizzere - Nei giorni scorsi Swisscom, la principale compagnia di telecomunicazioni elvetica, ha annunciato il lancio di una nuova offerta di cloud computing che, accanto a vantaggi economici e tecnologici, offrirebbe anche maggiori garanzie di riservatezza per i propri clienti, così come già oggi accade per i dati bancari: “La protezione dei dati e la privacy hanno una lunga tradizione in Svizzera. Ed è per questo motivo che è difficile accedere alle informazioni”, ha spiegato un responsabile della compagnia. In Svizzera, infatti, c’è bisogno di un ordine formale da parte di un giudice per mettere a disposizione delle autorità i dati privati di aziende o individui. L’esatto contrario degli Stati Uniti dove, invece, prima il Patriot Act del 2001 e poi il Foreign Intelligence Surveillance Act (Fisaa) hanno dato alle agenzie di intelligence il potere di raccogliere dati sui cittadini stranieri senza passare prima da un tribunale.
Un piano simile è in discussione anche alla Commissione Europea dove da tempo si parla di “nuvole europee” anti-spionaggio e, soprattutto, è in via di approvazione una nuova legge sulla protezione dei dati personali che va a irrobustire i diritti dei cittadini e aumentare le responsabilità dei fornitori di servizi online (che, in caso di violazioni, potrebbero subite multe salate).
Germania e Brasile - Anche in Germania, dopo lo scandalo delle comunicazioni telefoniche di Angela Merkel intercettate dall’Nsa, i principali operatori hanno annunciato il lancio di servizi online a prova di spionaggio. Deutsche Telekom ha iniziato a coinvolgere i principali operatori tedeschi per creare un’infrastruttura che permetta di conservare entro i confini nazionali tutte le email scambiate tra cittadini tedeschi. Come ha spiegato un manager di Deutsche Telekom al Guardian, il piano è quello di “trattenere il traffico internet il più possibile entro i confini di Schengen”. Se ci vorrà molto tempo prima di realizzare una simile infrastruttura, già sono partite le campagne di marketing che mettono l’accento sulla sicurezza dei servizi tedeschi. E’ il caso “Email made in Germany” che vuole offrire caselle di email criptate a tutti i tedeschi (per ora è solo un “esercizio di marketing”).
Iniziative simili sono state lanciate anche in Brasile, dove il governo di Dilma Rousseff sta pensando a servizi di email criptate e a un piano di reindirizzamento del traffico internet, per tenerlo il più possibile entro i confini nazionali.
I rischi - L’ipotesi di un’Internet balcanizzata non sembra però piacere a chi crede in una rete libera e aperta. Non solo perché - sottolinea Ian Brown, ricercatore dell’Oxford Internet Institute - così vedremmo “ridursi la velocità di innovazione che ha portato allo sviluppo dell’Internet attuale”, ma anche perché “si potrebbero incoraggiare gli stati autoritari a costruire firewall nazionali più sofisticati”.
Dello stesso avviso è il Financial Times che se da un lato sottolinea come oggi “una percentuale sproporzionata di traffico Internet passa attraverso l’America, dando alle compagnie internet statunitense uno strapotere globale”, dall’altra parte una rete frammentata sarebbe “un regalo agli stati autoritari come Cina e Russia che gestiscono intranet chiuse per limitare il flusso di informazioni”.
Proprio per questo motivo, secondo il quotidiano britannico, l’amministrazione Obama deve fare qualcosa al più presto. Una prima mossa potrebbe essere “rassicurare i governi occidentali che l’Nsa diventi presto più trasparente”.
L’allarme è stato lanciato prima dalle colonne del Guardian e poi da quelle del Financial Times. Lo scandalo intercettazioni della Nsa non riguarda solo il dibattito tra difensori dei diritti civili (che insistono sulla violazione della privacy) e i sostenitori della sicurezza nazionale (come l’amministrazione Obama), ma anche chiunque accede ogni giorno a Internet. C’è il rischio, infatti, che tra le conseguenze del Datagate, ci sia l’addio a Internet come sistema di comunicazione globale uguale per tutti, a favore di un modello più “balcanizzato”, in cui ogni stato offre servizi diversi ai propri cittadini. I segnali che vanno in questa direzione provengono da più parti. E, soprattutto, coinvolgono paesi importanti come Svizzera, Germania, Brasile e Unione Europea. Che presto potrebbero mettere in piedi infrastrutture di rete più chiuse, simili (per alcuni versi) a quelle già attive in paesi restrittivi come Cina, Iran e Russia.
Nuvole svizzere - Nei giorni scorsi Swisscom, la principale compagnia di telecomunicazioni elvetica, ha annunciato il lancio di una nuova offerta di cloud computing che, accanto a vantaggi economici e tecnologici, offrirebbe anche maggiori garanzie di riservatezza per i propri clienti, così come già oggi accade per i dati bancari: “La protezione dei dati e la privacy hanno una lunga tradizione in Svizzera. Ed è per questo motivo che è difficile accedere alle informazioni”, ha spiegato un responsabile della compagnia. In Svizzera, infatti, c’è bisogno di un ordine formale da parte di un giudice per mettere a disposizione delle autorità i dati privati di aziende o individui. L’esatto contrario degli Stati Uniti dove, invece, prima il Patriot Act del 2001 e poi il Foreign Intelligence Surveillance Act (Fisaa) hanno dato alle agenzie di intelligence il potere di raccogliere dati sui cittadini stranieri senza passare prima da un tribunale.
Un piano simile è in discussione anche alla Commissione Europea dove da tempo si parla di “nuvole europee” anti-spionaggio e, soprattutto, è in via di approvazione una nuova legge sulla protezione dei dati personali che va a irrobustire i diritti dei cittadini e aumentare le responsabilità dei fornitori di servizi online (che, in caso di violazioni, potrebbero subite multe salate).
Germania e Brasile - Anche in Germania, dopo lo scandalo delle comunicazioni telefoniche di Angela Merkel intercettate dall’Nsa, i principali operatori hanno annunciato il lancio di servizi online a prova di spionaggio. Deutsche Telekom ha iniziato a coinvolgere i principali operatori tedeschi per creare un’infrastruttura che permetta di conservare entro i confini nazionali tutte le email scambiate tra cittadini tedeschi. Come ha spiegato un manager di Deutsche Telekom al Guardian, il piano è quello di “trattenere il traffico internet il più possibile entro i confini di Schengen”. Se ci vorrà molto tempo prima di realizzare una simile infrastruttura, già sono partite le campagne di marketing che mettono l’accento sulla sicurezza dei servizi tedeschi. E’ il caso “Email made in Germany” che vuole offrire caselle di email criptate a tutti i tedeschi (per ora è solo un “esercizio di marketing”).
Iniziative simili sono state lanciate anche in Brasile, dove il governo di Dilma Rousseff sta pensando a servizi di email criptate e a un piano di reindirizzamento del traffico internet, per tenerlo il più possibile entro i confini nazionali.
I rischi - L’ipotesi di un’Internet balcanizzata non sembra però piacere a chi crede in una rete libera e aperta. Non solo perché - sottolinea Ian Brown, ricercatore dell’Oxford Internet Institute - così vedremmo “ridursi la velocità di innovazione che ha portato allo sviluppo dell’Internet attuale”, ma anche perché “si potrebbero incoraggiare gli stati autoritari a costruire firewall nazionali più sofisticati”.
Dello stesso avviso è il Financial Times che se da un lato sottolinea come oggi “una percentuale sproporzionata di traffico Internet passa attraverso l’America, dando alle compagnie internet statunitense uno strapotere globale”, dall’altra parte una rete frammentata sarebbe “un regalo agli stati autoritari come Cina e Russia che gestiscono intranet chiuse per limitare il flusso di informazioni”.
Proprio per questo motivo, secondo il quotidiano britannico, l’amministrazione Obama deve fare qualcosa al più presto. Una prima mossa potrebbe essere “rassicurare i governi occidentali che l’Nsa diventi presto più trasparente”.