Siria, Medici senza frontiere: 355 morti per agenti chimici

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Prima conferma indipendente sull'utilizzo di armi chimiche: le vittime presentavano "sintomi neurotossici". Gli Usa valutano l'opzione militare e rafforzano la loro presenza nel Mediterraneo. Parigi spinge per un'azione forte, ma la Germania è contraria

L'ultima accusa arriva da Medici senza frontiere: 355 persone con sintomi neurotossici sono morte in Siria mercoledì 21. Negli ospedali dove opera l'organizzazione internazionale dal 21 agosto ad oggi son stati effettuati 3.600 ricoveri. Si tratta della prima conferma indipendente che siano stati usate armi chimiche, anche se l'organizzazione non punta il dito contro nessuno. Una denuncia che non serve a sbloccare lo stallo sul fronte diplomatico.

Obama valuta l'azione militare sul "modello Kosovo" -
Il presidente Usa Barack Obama ha convocato oggi alla Casa Bianca i vertici della sicurezza nazionale. Tra le opzioni valutate da Washington ci sarebbe un'azione militare sul modello del Kosovo, ovvero raid "umanitari" senza mandato Onu, bloccato dal veto russo. "Determineremo a breve" cosa è accaduto in Siria, ha affermato il segretario alla Difesa americano Chuck Hagel, sottolineando che il Pentagono ha presentato a Obama le opzioni militari e suggerito il riposizionamento delle forze per una possibile azione.
Proprio in quest'ottica gli Stati Uniti hanno rafforzato la loro presenza militare nel Mediterraneo con navi pronte a ogni evenienza nel caso in cui arrivasse un'indicazione da Obama. Secondo quanto riferito dalla stampa americana, le forze navali statunitensi si starebbero avvicinando alla Siria e una quarta nave da guerra - la USS Mahan - armata con missili balistici sarebbe stata inviata nell'est del Mediterraneo senza comunque ordini per un attacco. "Abbiamo una vasta gamma di opzioni disponibili, che stiamo valutando ponderatamente - ha rivelato un funzionario della Casa Bianca - in modo da prendere decisioni in linea con i nostri interessi nazionali, stiamo valutando le soluzioni migliori da adottare in Siria". Uno dei casi allo studio sembrerebbe essere quello dei raid della Nato in Kosovo nel 1999, quando era presidente Bill Clinton, per scavalcare l'Onu e aggirare così il veto della Russia (e probabilmente della Cina) in Consiglio di sicurezza.

La Francia spinge per un'azione forte. Contraria la Germania -
A spingere per un'azione forte contro la Siria è ancora la Francia, per bocca del ministro degli Esteri Laurent Fabius. "Le nostre informazioni mostrano che Damasco ha compiuto un 'massacro chimico' di una tale gravità" che "non potrà non esserci una reazione forte", ha avvertito Fabius. Ma l'Europa, come le capita spesso, è spaccata. Contraria a un eventuale intervento militare è infatti la Germania, con la cancelliera Angela Merkel che vede come unica via d'uscita una soluzione politica. "Non seguiamo la strada di una soluzione militare. Non riteniamo che sia possibile risolvere il conflitto dall'esterno, crediamo invece che debba essere trovata una soluzione politica", ha sottolineato il suo portavoce Steffen Seibert.

Iran: armi chimiche usate dai ribelli -
L'Iran, massimo alleato di Assad, intanto ha messo in guardia gli Stati Uniti e il mondo: qualsiasi intervento militare contro la Siria alimenterebbe le tensioni in tutto il Medio Oriente e porterebbe a una "guerra totale" nell'area, a scapito di Israele. Secondo Teheran, le armi chimiche sono state effettivamente usate, ma a farlo sono stati i ribelli, messi all'indice come i veri responsabili anche dal regime siriano. Accuse che ovviamente l'opposizione respinge, definendole solo un tentativo di sviare l'attenzione dai crimini del regime.

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