Finlandia, trionfa la destra. Gli anti-Europa al terzo posto

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Timo Soini, leader del partito populista
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I conservatori vincono le elezioni al fotofinish ma a sorprendere è il risultato del partito populista nazionalista che balza al terzo posto. E ora si teme per la politica estera di Helsinki. Prodi: "Un errore storico cavalcare l'euroscetticismo"

I conservatori hanno vinto al fotofinish le elezioni politiche di oggi in Finlandia ma, con una fiammata che supera ogni previsione, il partito populista nazionalista ed euroscettico di estrema destra dei Veri Finlandesi è balzato al terzo posto, conquistando il 19,0% dei voti, testa a testa con i Socialdemocratici (19,1%), ponendo, secondo i timori di molti analisti, una possibile ipoteca sulla politica europea di Helsinki e anche al salvataggio finanziario del Portogallo.

I risultati - Secondo i risultati definitivi comunicati a tarda notte domenica 17 dalla Commissione elettorale nazionale, il partito conservatore di Coalizione Nazionale del ministro delle finanze uscente, Jyrki Katainen, dopo aver fatto temere un sorpasso dell'ultimo minuto da parte dei nazionalisti euroscettici, da junior partner del governo è riuscito a portarsi in testa con il 20,4%. Avrà 44 dei 200 seggi parlamentari in palio (ne aveva 50), mentre i Socialdemocratici (Sdp), il principale partito d'opposizione, ne avrà 42 (ne avevano 45) e i Veri Finlandesi 39 (ne avevano solo 6), in base a un meccanismo basato sull'entità delle circoscrizioni. Netta sconfitta, invece, per il Partito di Centro della giovane premier uscente, Mari Kiviniemi, che da guida di governo è crollato al quarto posto, raccogliendo solo il 15,8% e 35 seggi da 50 che ne aveva prima.

Europeismo a rischio - Il malcontento per le conseguenze della crisi economica, nella quale anche il colosso nazionale Nokia arranca di fronte alla concorrenza asiatica e statunitense, per la scarsa ripresa dell'occupazione, per la mannaia sulle pensioni e per l'immigrazione è stata l'onda che ha portato in cresta i Veri Finlandesi. I quali, avendo quadruplicato i voti e superato i sondaggi (che davano loro il 15% circa), con 19% ora possono condizionare il solido europeismo del precedente governo. E potrebbero tenere in scacco anche gravi scelte dell'Ue, come il salvataggio finanziario del Portogallo, che sono determinati a cercare di bloccare, forti del fatto che il parlamento di Helsinki ha l'obbligo di ratificare i provvedimenti europei di "bailout" finanziario d'un Paese membro.

Prodi: "Un errore storico cavalcare l'euroscetticismo" -
Anche se dettato da altri fattori - l'emergenza immigrazione - anche nel nostro Paese l'euroscetticismo è diventato un tema caldo. Un tema su cui è intervenuto l'ex premier Romano Prodi con un'intervista alla Stampa. Quando "la paura si diffonde a livelli popolari", "singoli Stati ipotizzano l'uscita dall'Europa", spiega Prodi. Ma, "coloro che fanno tali affermazioni sono leader politici che non hanno il senso della Storia, preferiscono inseguire le elezioni del giorno dopo o gli opinion polls del giorno stesso che indubbiamente riflettono gli umori di un populismo che aumenta, creando così una reazione a catena. Ma significa andare verso un suicidio collettivo".

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