Daniel Domscheit-Berg, per tre anni braccio destro dell'ex hacker australiano, è adesso alle prese con un nuovo sito e un libro in cui racconta: "Julian ha perso di vista gli obiettivi iniziali dell'organizzazione"
Guarda anche:
WikiLeaks, l'album fotografico
Cos’è e come funziona Wikileaks.
Ecco dove trovare i documenti
"Wikileaks e Assange rischiano di diventare un fenomeno di cultura pop". A sostenerlo, in un'intervista pubblicata sul "Corriere della Sera", è Daniel Domscheit-Berg, per 3 anni portavoce dell'ex hacker australiano, Julian Assange. Lo scorso settembre Domscheit-Berg ha lasciato l'organizzazione e ha scritto un libro "Inside Wikileaks", che uscirà in Italia il 16 febbraio nel quale racconta la sua esperienza con Assange e con il sito.
Inoltre sta lanciando una piattaforma tecnologica, Openleaks.org, per fare incontrare fonti che vogliono rimanere coperte con media, organizzazioni non governative, sindacati. "Wikileaks non funziona più", afferma Domscheit-Berg. "A me pare che lo scopo sia ormai quello di farne un brand, un nome riconoscibile. Niente a che vedere con gli obiettivi iniziali".
Assange, secondo il suo ex uomo di fiducia, è un uomo "assolutamente intelligente, carismatico, simpatico e aperto. Il suo problema è che ha il terrore di perdere il controllo delle persone, si arrabbia, minaccia. E' arrivato a minacciare di distruggermi". "Julian vede Wikileaks come come qualcosa di sotterraneo. L'opposto della trasparenza che pretende dal mondo". "La rottura - spiega - avvenne in conseguenza dello scandalo sessuale di cui Julian è accusato in Svezia". "Julian non accettava critiche e discussioni".
Per quanto riguarda i finanziamenti di Wikileaks, Domscheit-Berg dice "inizialmente non ne avevamo. Ci autofininziavamo. Poi siamo riusciti a raccogliere donazioni ma Julian non è mai stato trasparente con i conti correnti". "Sospetto che ora sia interessato al denaro, altrimenti non si capirebbe come mai sostenga di avere bisogno di 400mila dollari per fare funzionare Wikileaks"."Spero che il sito vada avanti, conclude Domscheit-Berg. Noi continueremo con Openleaks, ma su basi diverse e trasparenti".
Tutti i video su Wikileaks
WikiLeaks, l'album fotografico
Cos’è e come funziona Wikileaks.
Ecco dove trovare i documenti
"Wikileaks e Assange rischiano di diventare un fenomeno di cultura pop". A sostenerlo, in un'intervista pubblicata sul "Corriere della Sera", è Daniel Domscheit-Berg, per 3 anni portavoce dell'ex hacker australiano, Julian Assange. Lo scorso settembre Domscheit-Berg ha lasciato l'organizzazione e ha scritto un libro "Inside Wikileaks", che uscirà in Italia il 16 febbraio nel quale racconta la sua esperienza con Assange e con il sito.
Inoltre sta lanciando una piattaforma tecnologica, Openleaks.org, per fare incontrare fonti che vogliono rimanere coperte con media, organizzazioni non governative, sindacati. "Wikileaks non funziona più", afferma Domscheit-Berg. "A me pare che lo scopo sia ormai quello di farne un brand, un nome riconoscibile. Niente a che vedere con gli obiettivi iniziali".
Assange, secondo il suo ex uomo di fiducia, è un uomo "assolutamente intelligente, carismatico, simpatico e aperto. Il suo problema è che ha il terrore di perdere il controllo delle persone, si arrabbia, minaccia. E' arrivato a minacciare di distruggermi". "Julian vede Wikileaks come come qualcosa di sotterraneo. L'opposto della trasparenza che pretende dal mondo". "La rottura - spiega - avvenne in conseguenza dello scandalo sessuale di cui Julian è accusato in Svezia". "Julian non accettava critiche e discussioni".
Per quanto riguarda i finanziamenti di Wikileaks, Domscheit-Berg dice "inizialmente non ne avevamo. Ci autofininziavamo. Poi siamo riusciti a raccogliere donazioni ma Julian non è mai stato trasparente con i conti correnti". "Sospetto che ora sia interessato al denaro, altrimenti non si capirebbe come mai sostenga di avere bisogno di 400mila dollari per fare funzionare Wikileaks"."Spero che il sito vada avanti, conclude Domscheit-Berg. Noi continueremo con Openleaks, ma su basi diverse e trasparenti".
Tutti i video su Wikileaks