Twitter: dimmi da dove cinguetti e ti dirò chi sei

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D'ora in poi sarà possibile individuare i tweets provenienti da uno stesso luogo. Points of interest è il nome del nuovo servizio di localizzazione geografica. Perché "dove ti trovi, definisce ciò cui sei interessato". Parola di Evan Williams

di Serenella Mattera

Il mondo dei cinguettii si fa sempre più complesso. E connesso con il mondo reale. Stiamo parlando dei cinguettii di Twitter , naturalmente. Il social network che con i suoi messaggi in 140 caratteri è diventato in appena quattro anni fenomeno planetario: 106 milioni di utenti registrati (ogni 24 ore se ne sommano in media altri 300 mila), per 55 milioni di messaggi pubblicati ogni giorno. Un mare magnum di parole in cui ci si può perdere. Perciò, per dare qualche punto di riferimento nella navigazione, i creatori del sito di microblogging hanno annunciato che renderanno d’ora in poi possibile individuare i tweets provenienti da uno stesso luogo. Leggerli. E magari interagire con loro.

Il meccanismo del nuovo servizio di localizzazione geografica, chiamato “Points of interest” (Punti d’interesse) è stato spiegato per grandi linee la scorsa settimana a San Francisco, nel corso della Chirp Conference, la prima conferenza che ha radunato gli sviluppatori di Twitter, ossia coloro che creano applicazioni per la piattaforma. Di cosa si tratta? Nei propri cinguettii, ciascuno potrà indicare il posto esatto in cui si trova: un museo, un bar, un parco. E in questo modo l’informazione geografica, integrata nei risultati delle ricerche, permetterà agli utenti del social network di leggere tutti i messaggi che provengono dal luogo di loro interesse. Non solo, cliccando sul nome della location, sarà possibile visualizzarla su una mappa, accanto alla quale scorreranno tutti i tweets che da lì vengono pubblicati. O almeno, quelli degli utenti che si lasceranno “localizzare”, senza invadere, a quanto pare, la privacy degli altri.

Già si immaginano i possibili utilizzi di questo nuovo servizio. Ad esempio, aggregare tutti i commenti che provengono da una sala dove è in corso una conferenza, con un effetto di liveblogging a più voci. Oppure sbirciare le “recensioni” in 140 caratteri a un ristorante dove ci si appresta ad andare. O ancora, leggere la cronaca dei viaggiatori bloccati in un aeroporto, in una giornata di disagi e voli cancellati.

“Quello che ci interessa è il contenuto, quello che accade in un posto”, ha detto l’amministratore delegato e cofondatore di Twitter Evan Williams. Una puntualizzazione che serve a marcare la differenza e la novità rispetto al servizio già offerto da altri social network che si basano sulla localizzazione geografica e che stanno prendendo sempre più piede in Rete, come Foursquare e Gowalla. Siti in cui gli utenti aggiornano il loro status indicando il luogo in cui si trovano, lo recensiscono, si sfidano alla scoperta di posti nuovi. Twitter, assicura Williams, non ha intenzione di duplicare questi servizi, ma piuttosto di fornire ai suoi utenti contenuti più mirati e legati ai loro interessi, perché “dove ti trovi, definisce ciò cui sei interessato”, ha detto.

Galvanizzati dai numeri, insomma, i creatori di Twitter cercano adesso di allargare sempre più il loro universo. Per sostenere il quale, hanno annunciato la pubblicazione dei primi annunci pubblicitari a pagamento. Spot in 140 caratteri, che in un primo momento appariranno soltanto tra i risultati delle ricerche degli utenti, secondo un sistema di parole chiave simile a quello che usa anche Google. Mentre solo in un secondo momento saranno inseriti direttamente nella pagina degli aggiornamenti di status cinguettii pubblicitari legati alle preferenze dell’utente, desunte sulla base dei messaggi inviati da lui e dalle persone che segue.

Ma anche altre novità sono state annunciate la scorsa settimana nel corso della Chirp conference. Come “@anywhere”, uno strumento che permette di integrare le funzionalità di Twitter all’interno di qualsiasi sito. Il che vuol dire, per fare solo un esempio, che si potrà cliccare sul nome dell’autore di un articolo interessante, leggere i suoi tweets e magari fargli anche qualche domanda via micro-messaggi. Intanto, mentre anche Google ha introdotto una funzione di ricerca dedicata solo ai cinguettii e un’altra per trovare nuovi utenti da seguire, la Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti, depositaria di tutti i libri di quel Paese, ha annunciato che conserverà tutti i messaggi affissi pubblicamente sul sito di microblogging dal giorno del suo lancio. Alcuni dei quali destinati a passare alla storia, e quindi importanti per studiosi e ricercatori, come il micro-messaggio di Barack Obama dopo la vittoria alle elezioni nel 2008. O lo stesso annuncio della Biblioteca del Congresso che, manco a dirlo, è stato fatto via Twitter.

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