Bagno di sangue nel Paese dove i militari hanno sparato sui manifestanti scesi in piazza per protestare contro la giunta salita al potere con un colpo di Stato. Un bilancio parziale parla di oltre ottanta vittime. Decine gli arresti
Che la Guinea, stato dell'africa occidentale, fosse sull'orlo del conflitto civile è chiaro da tempo alla diplomazia internazionale. Inerme e spesso complice, viste le notevoli riserve minerarie di cui è dotato il paese, di un regime che dall'indipendenza del 1958 ad oggi si è riprodotto grazie a due dittatori ed una giunta militare al potere da poco più di nove mesi. Gli stessi che hanno sparato sulla folla degli oppositori scesi in piazza per reclamare riforme diritti civili un po' di benessere