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Covid Lombardia, direttore Asst Monza: “Ora siamo noi Codogno”

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Così Mario Alparone: "Abbiamo assunto 110 nuovi operatori, di cui 40 medici e il resto infermieri, ma avendo 340 operatori positivi a casa, parliamo di una goccia in confronto ad un esercito fermo"

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"In questo momento Codogno siamo noi e abbiamo bisogno della stessa attenzione che abbiamo dato noi in fase uno agli altri". È quanto spiega all'ANSA Mario Alparone, direttore generale dell'Asst di Monza, alla luce della difficile situazione dell'ospedale San Gerardo.

Intanto, in Lombardia ci sono stati 4.777 nuovi casi.

"La Lombardia era già da diverse settimane in una condizione di limitare la circolazione, soprattutto in alcune aree metropolitane", ha affermato Walter Ricciardi, consulente scientifico del ministro della Salute, nel corso della trasmissione di Rai Radio 1 'In Vivavoce'.  (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - MAPPE E GRAFICI DEI CONTAGI)

19:32 – Direttore Asst Como: “Situazione difficile ma stop allarmismi”

"La situazione è difficile e non abbiamo bisogno di allarmismi e drammatizzazioni eccessive che non fanno altro che demotivare e alimentare conflitti e ingovernabilità. Serve equilibrio e serve che ognuno faccia la propria parte, a tutti i livelli. Serve una forte rete ospedaliera territoriale, un'alleanza, una sinergia vera tra strutture pubbliche e private accreditate". Lo afferma Fabio Banfi, direttore generale di Asst Lariana, in merito alla situazione comasca, che vede aumentare i contagi e la necessità di ricovero dei pazienti. La Asst Lariana ha attivato 372 posti letto, che salgono a circa 400 se si considerano anche i pazienti che restano in attesa in Ps prima del ricovero. All' ultima rilevazione di mezzogiorno sono 119 i pazienti ricoverati al Sant'Anna di Como e ventilati (27 dei quali in terapia intensiva), 192 quelli non ventilati; 12 ventilati all'ospedale di Cantù (6 dei quali in terapia intensiva) e 12 non ventilati; 33 in attesa di ricovero al Ps del Sant'Anna, 36 al Ps di Cantù; 27, infine, i pazienti ricoverati a Mariano Comense. Tra medici ed infermieri positivi al Coronavirus si contano 144 assenze; 52, tra medici ed infermieri, sono assenti in quanto risultati contatti stretti di casi positivi. Per malattie ordinarie, infine, risultano assenti altre 100 figure. "La fatica e la stanchezza che stanno affrontando medici ed infermieri non si possono neppure immaginare - conclude il direttore generale -. E' il loro lavoro, è vero, ma in questo momento sono chiamati a un impegno notevole perché devono sopperire anche alle assenze dei colleghi. Ed è per rispetto a questa loro fatica che tutti siamo chiamati a comportamenti responsabili, in linea con le indicazioni dell'Istituto superiore di Sanità e del Ministero della Salute".

19:02 - Quasi 200 pazienti ricoverati al San Matteo di Pavia

E' cresciuto in maniera importante il numero di pazienti ricoverati per Covid-19 al Policlinico San Matteo di Pavia. Oggi si registrano 196 ricoveri per Coronavirus, ovvero 34 in più di venerdì 6 novembre. Sono 41 i malati in Terapia Intensiva (8 in più di venerdì), 27 quelli seguiti in assistenza respiratoria a Malattie Infettive e 128 in regime di degenza ordinaria in diversi reparti dell'ospedale. Nelle ultime 24 ore al San Matteo si sono contati 14 nuovi ricoveri per Covid-19 e un paziente deceduto. E' in aumento anche la pressione sul Pronto soccorso Covid del Policlinico di Pavia, ospitato al piano terra di Malattie Infettive: "Negli ultimi giorni siamo arrivati a una media di una 40ina di accessi giornalieri - spiega il prof. Stefano Perlini, direttore del pronto soccorso del San Matteo -. In diversi casi però si tratta di soggetti 'paucisintomatici', positivi al Covid-19 ma con sintomi che possono essere trattati con una cura a domicilio. Rinnoviamo l'invito a chi avverte sintomi riconducibili al Coronavirus, a contattare il proprio medico di famiglia: sarà lui a valutare se è necessario il ricorso ad un'assistenza ospedaliera, o se invece è sufficiente una terapia a casa. E' inutile affollare i Pronto soccorso degli ospedali: così facendo si ruba energia e tempo al personale, che deve invece dedicarsi ai casi più gravi".

18:00 - Ricciardi: “La Lombardia doveva essere zona rossa da settimane”

"La Lombardia era già da diverse settimane in una condizione di limitare la circolazione, soprattutto in alcune aree metropolitane", ha affermato Walter Ricciardi, consulente scientifico del ministro della Salute, nel corso della trasmissione di Rai Radio 1 'In Vivavoce'. "Quando la circolazione del virus raggiunge quasi il 2 dell'indice di contagio – ha spiegato Ricciardi – significa che i casi, oltre ad una certa soglia, raddoppiano ogni due o tre giorni. Già ora gli ospedali non sono in grado di provvedere figuriamoci se i casi dovessero raddoppiare o triplicare, sarebbe una catastrofe. Dobbiamo capire che dobbiamo combattere contemporaneamente la pandemia virale e la pandemia economica – ha aggiunto – se ci sono persone in grave difficoltà per queste misure vanno aiutate ma non bisogna fare come gli Stati Uniti che hanno precipitato la loro economia nella più grande recessione della loro storia, ignorando il fatto che se il virus non viene contenuto produce migliaia di morti e migliaia di malati. Le due cose non devono essere in contraddizione".

17:00 - In Lombardia 4.777 nuovi contagi su 21.121 tamponi

Sono 4.777 i nuovi positivi al Coronavirus registrati in Lombardia nelle ultime 24 ore a fronte di 21.121 tamponi effettuati. Sale a 670 il numero di pazienti in terapia intensiva, più 20, mentre i ricoverati negli altri reparti sono 6.414, 189 più di ieri. Il numero complessivo di decessi è arrivato a 18.442, più 99. Per quanto riguarda le province a Milano sono stati 2.225 i nuovi contagi segnalati, di cui 837 a Milano città. A Monza 874, a Brescia 355, a Como 226, a Lecco 171, a Pavia 166, a Bergamo 154, a Varese 141, a Lodi 138, a Cremona 113, a Sondrio 73 e a Mantova 22.

15:45 – Cisl: “In Lombardia fermi 473.322 lavoratori”

La Lombardia "zona rossa" si è fermata e con essa ben 473.322 lavoratori, ovvero il 10% del totale dell'economia privata. È quanto emerge da un'analisi condotta dalla Cisl Lombardia sulla base dei dati Unioncamere, Inps e Inail aggiornati al 2019, riguardanti l'economia privata (4.740.432 addetti, ovvero lavoratori dipendenti ed indipendenti). L'impatto dell'ultimo Dpcm - si legge nella nota - incide in particolare sul 95,7% degli addetti del settore sport e intrattenimento (43.179 lavoratori), sul 71,3% dei lavoratori di "alloggio e ristorazione" (241.073 lavoratori), sul 34,3% degli addetti ai servizi alla persona (37.430 lavoratori, parrucchieri esclusi) e sul 17,8% del commercio (141.930 lavoratori). I dati non tengono ovviamente conto degli effetti sull'indotto e sulle filiere, ma si riferiscono alle sole attività indicate dai provvedimenti del Dpcm come attività sospese. "L'analisi evidenzia il significativo impatto all'intervento del Dpcm del 3 novembre 2020 sugli addetti in Lombardia di diversi settori, in particolare della ristorazione, commercio, sport e intrattenimento, già fortemente colpiti dalla crisi - sottolinea Mirko Dolzadelli, segretario regionale Cisl Lombardia -. Conferma l'importanza del risultato ottenuto dal sindacato di prorogare ulteriormente l'utilizzo di cassa integrazione Covid ed il blocco dei licenziamenti fino al 21 marzo 2021 e a livello lombardo del rilancio delle politiche attive". Un miglioramento della situazione sanitaria, tale da riportare la Lombardia nei parametri della zona arancione, permetterebbe a 176.996 addetti di proseguire la propria attività lavorativa. Ulteriori 241.161 addetti riprenderebbero la loro attività in caso di passaggio da zona arancione a zona gialla.

15:23 - In Lombardia 156 positivi nelle carceri

Nelle carceri della Lombardia sono 156 i detenuti positivi al Covid, 151 non necessitano di cure ospedaliere e sono quindi ricoverati in strutture interne mentre cinque persone sono ricoverate negli ospedali. I dati, che risalgono al 7 novembre, sono stati illustrati in sotto commissione Carceri del Comune di Milano da Pietro Buffa , Provveditore Regionale Amministrazione Penitenziaria Lombardia. "Noi al 7 novembre abbiamo nelle carceri lombarde 510 persone isolate e 156 positivi. La progressione è molto veloce e lo dicono i dati, il 5 ottobre c'erano 7 positivi, il 7 ottobre erano 14, il 22 ottobre erano 28, il 26 erano 55, che quatto giorni dopo sono diventati 110, - ha aggiunto Buffa -. Il 9 ottobre, quindi un mese fa c'erano 15 detenuti positivi, oggi sono 151, quelli che non sono in ospedale, e sono dieci volte tanto. La situazione è diversa da quella di marzo 'quando avevano avuto 41 positivi nel giorno peggiore, oggi il numero è quattro volte tanto". Il garante dei diritti dei detenuti del Comune di Milano, Francesco Maisto, ha sottolineato che "la concentrazione maggiore della criticità è nel nostro territorio, con 47 positivi al Covid a Bollate, 82 a San Vittore, 4 a Opera di cui 3 in ospedale", anche perché a Bollate e San Vittore vengono mandati detenuti positivi da altre carceri. Inoltre il garante ha spiegato come "mentre nella prima ondata di Covid c'è stato un afflusso grosso, necessario e doveroso di misure alternative a me sembra che il flusso vada diminuendo e inoltre il sovraffollamento continua ad esserci e cresce, ci sono nuovi ingressi ad esempio a San Vittore". Per quanto riguarda il sovraffollamento Buffa ha spiegato che in Lombardia "ci sono 300 persone che sono fuori dalla capienza regolamentare. Con 4324 camere a fronte di 6156 detenuti e sappiamo che l'isolamento perfetto avviene solo uno a uno". Nelle carceri "la catena maggiore di trasmissione sono i nuovi giunti, gli arrestati, chi viene da fuori e dalla strada - ha osservato Giovanna Di Rosa - Presidente Tribunale di Sorveglianza di Milano -. Questa catena di trasmissione si potrebbe interrompere limitando l'emissione degli ordini di carcerazione per condannati definitivi che hanno commesso il loro reato in un tempo che risale ad anni addietro. Una via che era già stata percorsa dalla procura di Milano durante la prima ondata dell'epidemia". Maurizio Romanelli, magistrato della Procura di Milano, che è intervenuto in commissione per il Procuratore Francesco Greco, ha spiegato che "verrà adottato un provvedimento simile a quello già adottato per l'ufficio di esecuzione, con la fissazione di criteri di priorità nell'emissione dell'ordine e alcune precisazioni su quelli già emessi in passato. Verrà fatto abbastanza a breve così come verranno rinnovati i protocolli di semplificazione delle procedure per ottenere le misure alternative". Provvedimenti che serviranno "per evitare che entrino in carcere persone che poi a breve devono uscire", ha concluso.

14:57 - Iva Zanicchi ricoverata in ospedale

E' stata ricoverata in ospedale Iva Zanicchi, Lo ha annunciato la stessa cantante su Instagram dove aveva qualche giorno fa dato la notizia della sua positività al Covid. "Cari amici - dice in un video postato - purtroppo sono finita all'ospedale. Sono all'ospedale di Vimercate perchè ho la polmonite bilaterale. Sono fiduciosa ma mi spavento un po' quando gli altri mi dicono: 'ce la farai, ce la farai".

13:46 - Direttore Asst Monza: “Ora siamo noi Codogno”

"In questo momento Codogno siamo noi e abbiamo bisogno della stessa attenzione che abbiamo dato noi in fase uno agli altri". È quanto spiega all'ANSA Mario Alparone, direttore generale dell'Asst di Monza, alla luce della difficile situazione dell'ospedale San Gerardo. "Abbiamo assunto 110 nuovi operatori, di cui 40 medici e il resto infermieri, ma avendo 340 operatori positivi a casa, parliamo di una goccia in confronto ad un esercito fermo", ha spiegato Alparone.

12:30 - L'Università di Pavia coordina progetto di ricerca europeo

Prenderanno il via giovedì 12 novembre i lavori di "Periscope": è la ricerca finanziata dalla Unione Europea che vede alleate 32 istituzioni europee per indagare sull'impatto comportamentale e socio-economico del Covid-19 e preparare l'Europa a future pandemie. L'Università di Pavia è l'ente coordinatore del progetto che riceverà 10 milioni di euro attraverso "Horizon 2020", il programma per la ricerca e l'innovazione, quale parte della "Coronavirus Global Response Initiative" varata nel maggio scorso dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. Il primo meeting dell'attività di ricerca si terrà on line da Pavia e inizierà con un saluto del rettore dell'Ateneo pavese Francesco Svelto e un intervento di Giulio Gallera, assessore al Welfare di Regione Lombardia. La Regione è presente all'avvio dei lavori in qualità di sostenitore del progetto e, dal punto di vista della ricerca, per il lavoro svolto nella costruzione del database Covid che potrebbe essere messo a disposizione del progetto. L'Università di Pavia è coordinatore europeo del progetto, capofila di 32 istituzioni partner, alcune delle quali leader internazionali nel proprio settore. L'Ateneo pavese unitamente al Policlinico San Matteo riceverà 1.286.000 euro, che verranno prevalentemente dedicati al reclutamento di giovani ricercatori da dedicare allo sviluppo della ricerca prevista.

11:34 - Da Codacons esposto a pm Monza su caos ospedali

Il Codacons annuncia che domani presenterà "un nuovo esposto in Procura" a Monza col quale "chiede di indagare i vertici regionali e sequestrare tutti i documenti relativi all'attività posta in essere dall'amministrazione sul fronte della gestione delle strutture sanitarie". L'associazione dei consumatori afferma in una nota che "la situazione in alcune province come Monza e Brianza è gravissima e impone un intervento della magistratura", perché "i posti letto scarseggiano e i pronto soccorso non riescono a far fronte ai numerosi accessi da parte dei cittadini, con conseguenze pericolosissime sul fronte delle cure prestate ai pazienti". Un quadro che, a detta del Codacons, "potrebbe realizzare fattispecie penalmente rilevanti a carico di chi aveva il compito di impedire tale stato di cose, e non ha saputo adottare i provvedimenti necessari per evitare il collasso degli ospedali cittadini". L'associazione chiede di aprire un'indagine "per le possibili fattispecie di omissione di soccorso, ritardo e omissione di atti d'ufficio, e concorso in omicidio colposo, sequestrando tutti i documenti relativi all'attività posta in essere dall'amministrazione sul fronte del potenziamento degli ospedali in Regione e della gestione dell'emergenza Covid, valutando la nomina di un tecnico individuato dalla stessa Procura per la gestione dei ricoveri, anche trasferendo i pazienti nelle strutture sanitarie di altre regioni". 

9:05 - Cerimonia affollata in piazza a Codogno, polemiche

Decine e decine di persone hanno assistito, ieri sera, in piazza Cairoli a Codogno (Lodi), a una cerimonia per il 4 novembre e, contemporaneamente, per l'inaugurazione del Parco delle Rimembranze. Per l'occasione, il sindaco, Francesco Passerini, aveva previsto che i partecipanti fossero due: lui stesso insieme al vicepresidente dell'Associazione Combattenti e Reduci . Lo stesso sindaco aveva anche richiesto ai suoi concittadini di seguire la cerimonia in diretta facebook. "Una folla però - come ha rimarcato la segreteria cittadina del Pd - si è presentata in piazza Cairoli". E' così che il Pd di Codogno, guidato da Maria Cristina Baggi, ha diramato un comunicato nel quale condanna duramente quanto avvenuto. "Bar chiusi - scrive Baggi - e multe per chi non rispetta le regole, sono state anche richieste autocertificazioni, stamattina, per poter andare in chiesa a ascoltare la Messa. Il Dpcm vieta di uscire se non per comprovate esigenze serie. Non possiamo andare a trovare i nostri nonni - si aggiunge dal Pd di Codogno - ma possiamo andare in piazza per un'inaugurazione? Non siamo più in zona rossa?”.

7:03 - Giulio Gallera: "Il Dpcm non aiuta ad affrontare la diffusione del virus"

"Quello che noi contestiamo anche rispetto alla scelta del Governo è che non si capisce come mai altre Regioni che hanno situazioni di grandissima sofferenza degli ospedali sono state messe in giallo. Voi avete citato la Campania, ma potremmo citare il Lazio, la Liguria, l'Abruzzo. Questo non aiuta a cercare di affrontare in maniera radicale, ma ristretta nel tempo, la diffusione del virus, ma si protrarrà la sofferenza dei commercianti e e delle partite Iva". Lo ha detto l'assessore regionale al Welfare Giulio Gallera, in collegamento su Canale 5. "Quel Dpcm - ha aggiunto Gallera - doveva contenere anche le misure automatiche di ristoro. Allora la gente non sarebbe così arrabbiata". 

7:01 - Giulio Gallera: "Il virus corre veloce in tutta la Lombardia"

"La situazione in Lombardia è critica, in alcune zone è molto grave. La diffusione del virus è molto estesa, i dati che abbiamo ci dicono che in quasi tutte le zone della nostra Regione il virus corre velocemente. Nella stragrande maggioranza dei casi sono asintomatici, ma sono positivi". Lo ha detto l'assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, a Canale 5. "Quindi lo strumento deve essere quello di avere chiusure che consentono in un arco temporale molto ristretto di far scendere la curva", ha aggiunto Gallera. 

7:00 - Antonio Pesenti: "Si fatica a reperire posti di terapia intensiva"

"I ricoverati in terapia intensiva sono 650 in questo momento. Quindi sono tanti e facciamo fatica a reperire posti letto di terapia intensiva in tutta la Lombardia". Lo ha detto a Che tempo che fa il coordinatore dell'Unità di crisi per le terapie intensive della Regione Lombardia, Antonio Pesenti. "A fine marzo - ha spiegato Pesenti - avevamo 1.400-1.500 malati in terapia intensiva, quindi c'è ancora spazio. Per fare spazio bisogna fare delle cose: intervenire sulla cura delle altre patologie. Inoltre credo che la cosa che oggi sia più necessaria fra ospedali, tra strutture sanitarie e fra cittadini è la solidarietà. Solidarietà sul lavoro, sulle restrizioni e nelle limitazioni della vita di ciascuno".