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Coronavirus Como, indagini nelle Rsa: sequestrate 363 cartelle cliniche

Lombardia

La documentazione riguarda pazienti deceduti durante l'emergenza sanitaria, gli investigatori hanno anche chiesto riscontro dei protocolli di prevenzione e delle procedure applicate per il contrasto dell'epidemia di Covid-19. L'ipotesi di reato a carico di ignoti è di omicidio ed epidemia colposi

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Gli uomini del Nas di Milano hanno sequestrato 363 cartelle cliniche di pazienti deceduti nei mesi della pandemia e chiesto riscontro dei protocolli di prevenzione e delle procedure applicate per il contrasto dell'epidemia di Covid-19 in 17 Rsa e un ospedale della provincia di Como. L'indagine è stata avviata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Como in seguito alla ricezione di 26 esposti da parte di familiari delle vittime e del personale sanitario. L'ipotesi di reato a carico di ignoti consiste in omicidio ed epidemia colposi, al momento contro ignoti (DIRETTA - GLI AGGIORNAMENTI).

Le segnalazioni alla Procura

La Procura, sulla strage silenziosa negli istituti per anziani, indaga almeno da aprile, quando cioè sono iniziate ad arrivare le prime segnalazioni di morti sospette. La maggior parte provengono da parenti delle vittime, ma negli uffici del procuratore Nicola Piacente ne sono arrivate anche dai dipendenti delle Rsa, tra cui un medico. Una trentina di esposti in tutto, tra cui anche uno del Codacons, che denunciano morti sospette, ben quaranta in una sola struttura per anziani, ma anche mancanza di informazioni sui parenti ospiti.

L'inchiesta

L'inchiesta in corso, al pari di quelle aperte nel resto della Lombardia come anche in altre regioni d'Italia, intende far luce sulle eventuali omissioni e correlazioni tra le morti e i contagi nelle strutture. Ma le attività degli investigatori si concentrano anche sull'organizzazione interna, a cominciare dall'uso della mascherina e degli altri Dpi, oltre che sulle direttive ricevute e sulla loro attuazione

Sileri: "Serve a fare luce per una sanità migliore"

"Serve a fare luce per una sanità migliore", commenta il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, secondo cui indagini e controlli "sono essenziali alla comprensione dei fatti, della responsabilità e, soprattutto, della giustizia e della verità che si devono ai parenti delle vittime. Magistratura e carabinieri del Nas stanno conducendo un lavoro straordinario in tutta Italia. Sono loro il nostro riferimento per l'acquisizione di informazioni utili alla ricostruzione dei giorni più duri della pandemia". Per Sileri, infatti, "indagare, 'seguire le tracce', significa ricercare con cura e individuare ogni indizio utile alla conoscenza dei fatti. Imparare serve a costruire il futuro, è la base per capire le debolezze da sanare, le criticità da risolvere". E vuol dire anche "formare il personale sanitario e consentire l'acquisizione di informazioni per potenziare il nostro capitale umano". Non solo in vista di una eventuale seconda ondata e nella ricerca dei responsabili, conclude il viceministro, ma più in generale "per affrontare le problematiche sanitarie".