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Tifoso morto prima di Inter-Napoli: l’arrestato non risponde ai pm

Lombardia
Immagine di archivio (ANSA)

Il 39enne tifoso napoletano Fabio Manduca è rimasto in silenzio davanti ai magistrati: l’avvocato di fiducia ha nel frattempo fatto ricorso al Riesame contro la misura cautelare 

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Interrogato nel carcere milanese di San Vittore nella giornata di giovedì 31 e assistito da un avvocato d’ufficio, Fabio Manduca, il tifoso 39enne accusato di aver investito e ucciso Daniele Belardinelli (CHI ERA) il 26 dicembre 2018 in via Novara a Milano, prima di Inter-Napoli (VIDEO - FOTO - MORTI DOPO SCONTRI ULTRAS: I CASI), ha scelto di stare in silenzio davanti ai pm Michela Bordieri e Rosaria Stagnaro. Nel corso dell’inchiesta i due magistrati, insieme al procuratore aggiunto Letizia Mannella, hanno deciso di fissare un nuovo interrogatorio, dopo che già per due volte l’ultrà napoletano si era avvalso della facoltà di non rispondere. Nel frattempo, il suo legale di fiducia, Dario Cuomo, ha chiarito di aver presentato ricorso al Riesame contro la misura cautelare, per cui è attesa l’udienza.

La morte di Daniele Belardinelli e le indagini

Prima degli scontri del 26 dicembre 2018 tra le due tifoserie di Inter e Napoli, secondo l’accusa, Manduca avrebbe accelerato verso gli ultrà nerazzurri a bordo della sua Renault Kadjar, superando un’Audi A3 che faceva sempre parte della compagine celeste. In questo modo avrebbe travolto Belardinelli, fermandosi solo più avanti per controllare le condizioni dell’auto, come documentato dalle telecamere della zona. Secondo l’ordinanza di custodia cautelare, emessa lo scorso 18 ottobre per il reato di omicidio volontario, l’uomo avrebbe anche legami con clan della camorra, oltre che con il gruppo ultrà del Napoli dei ‘Mastiffs’.