In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Fondi russi alla Lega, fissata l'udienza per Vannucci e Meranda

Lombardia
Gianluca Meranda

Il 5 settembre prossimo, davanti ai giudici del Tribunale del Riesame di Milano, verrà discusso il ricorso presentato contro i sequestri effettuati nei confronti dei due indagati e sarà ascoltato anche Savoini 

Condividi:

Il Tribunale del Riesame di Milano ha fissato per il 5 settembre prossimo l'udienza per discutere il ricorso contro i sequestri effettuati nei confronti dell'avvocato Gianluca Meranda e dell'ex consulente bancario Francesco Vannucci indagati nell'inchiesta sui presunti fondi russi alla Lega. In quello stesso giorno è fissata anche l'udienza per Gianluca Savoini, presidente leghista dell'associazione Lombardia-Russia, anche lui indagato per corruzione internazionale.

Le carte dei pm

I magistrati di Milano, Gaetano Ruta e Sergio Spadaro, hanno depositato le carte al Tribunale del Riesame dopo il ricorso di Savoini, Meranda e Vannucci. Tra gli atti ci sarebbe anche la trascrizione della registrazione dell'incontro al Metropol di Mosca dell'ottobre 2018 (FOTO), in cui sarebbe avvenuta la trattativa poi sfumata, ma non il file audio in sé. Tra gli atti depositati alle difese di Gianluca Savoini, Gianluca Meranda e Francesco Vannucci, c'è anche il verbale con le dichiarazioni rese alla Procura di Milano da uno dei due giornalisti dell'Espresso che per primi hanno svelato il caso 'Moscopoli'. 

L'incontro al Metropol

Gli inquirenti ritengono di aver trovato "tracce interessanti" della presunta trattativa al Metropol, a cui hanno partecipato anche tre russi, tra cui Ilya Yakunin, manager vicino all'avvocato Vladimir Pligin, esponente del partito di Putin 'Russia Unita'. Secondo i magistrati si tratterebbe di un presunto accordo su una compravendita di petrolio, un affare da 1,5 miliardi di dollari, che avrebbe dovuto garantire, stando a una registrazione audio, soldi alla Lega (65 milioni di dollari) per la campagna elettorale e 'stecche' ai funzionari russi (da qui l'ipotesi contestata di corruzione internazionale contestata ai tre indagati).