I CONSIGLI DI LETTURA Lo scrittore ricorda uno dei grandi nomi della letteratura del Novecento italiano, per anni ingiustamente dimenticato. E durante la chiacchierata sull'account Instagram dice: "La nostra genealogia letteraria non può esaurirsi con grandi nomi come Sciascia e Pasolini"
“Un sistema solare, composto non da pianeti ma da personaggi, tutti utili per parlare di letteratura, scrittura, politica e, in definitiva, di noi”. Così Fabio Stassi racconta i protagonisti delle lettere che Giovanni Arpino ha pubblicato per un anno sul settimanale “Tempo” tra il 1964 e il 1965. Quelle lettere sono ora state raccolte in un’antologia da poco pubblicata da Minimum Fax con la postazione di Bruno Quaranta ("Lettere scontrose", pp. 400, euro 18).
Durante la puntata dei “Consigli di lettura”, la rubrica dell’account Instagram di Sky Tg24 dedicata ai libri, Stassi (che per Minimum fax segue la narrativa italiana) racconta la riscoperta di questi testi e la loro inaspettata vena profetica. “L’Italia di cinquantacinque anni fa – spiega - non è poi così diversa da quella contemporanea agli occhi di uno scrittore attento come Arpino”. Anche per questo, “in casa editrice molti anni fa ci siamo detti che bisognava partire da lui per tirare giù una lista dei nostri antenati: la nostra genealogia letteraria non può esaurirsi con altri grandi scrittori come Sciascia e Pasolini”.
I vizi eterni dell'Italia
Per Arpino, dice Stassi, “molti dei vizi italiani non sono circoscrivibili in una parentesi storica. Al contrario: se affrontati come categorie etiche, diventano universali e travalicano il loro tempo. Ecco perché questo libro è scandaloso: perché ci sottopone tanti frammenti di uno specchio complesso ancora oggi in grado di riflettere molto di noi stessi”.