Donatella Di Pietrantonio: "Scrivere non significa spiegare le cose ma mostrarle"

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Filippo Maria Battaglia

CONSIGLI DI LETTURA La scrittrice torna in libreria con "Borgo Sud", un romanzo con protagonista l'Arminuta. E a Sky TG24 racconta: "Attraverso i dettagli cerco di raccontare la profondità dei miei personaggi"

"Ciò che cerco di fare con la scrittura è di mostrare le cose più che di spiegarle e di raccontarle". L'ultimo romanzo di Donatella Di Pietrantonio si potrebbe sintetizzare così, in queste poche e però precise parole che la sua autrice sceglie per descrivere il suo rapporto con il pudore.

Dopo il successo dell'Arminuta, Di Pietrantonio è tornata in libreria con Borgo Sud (Einaudi, pp. 162, euro 18), una storia che ne rappresenta in qualche modo il seguito e che indaga il tema dell’abbandono: "Il passato è incancellabile - racconta a Sky TG24 - A volte, basta un semplice evento perché questo elastico che abbiamo tirato fino al suo limite massimo ceda improvvisamente e ci riporti indietro verso ciò che abbiamo vissuto. E tutto ciò a dimostrazione che, soprattutto quando si parla di abbandono, non possiamo mai negare ciò che è stato. Col passato bisogna avere sempre un rapporto dinamico, dialettico, integrato nella nostra vita. Trasformarlo, certo, ma mai dimenticarlo".

"I dettagli per raccontare la profondità dei personaggi"

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"Non voglio spiegare ciò che vivono i miei personaggi -  dice durante i Consigli di lettura  (qui le puntate precedenti) - Piuttosto, attraverso i dettagli cerco di raccontarne la profondità. E in questo, spesso, mi aiuto coi particolari degli ambienti interni o esterni che i protagonisti delle mie pagine abitano: sono dettagli ambientali, è vero,  ma rappresentano bene anche il loro umore".

Inevitabile che per Di Pietrantonio la scrittura sia "sempre un lavoro di sottrazione" e che significhi "scolpire, rendere qualcosa con pochissimi tocchi". Una lezione, dice, che arriva dalla poesia: "Non amo la letteratura ridondante. Anche da scrittrice mi autosottopongo a una disciplina rigorosa, a volte feroce e dolorosa, e sempre chirurgica: perché, per me, l'intensità di ciò che voglio rappresentare e che attiene alla profondità dei personaggi può passare solo attraverso questa sintesi estrema e questa profonda concisione".

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