Casini: “Comicità e sessualità: vi racconto il Moravia degli anni Settanta”

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Filippo Maria Battaglia

I CONSIGLI DI LETTURA Bompiani prosegue la pubblicazione delle opere dell'autore degli "Indifferenti", portando in libreria il quinto volume che si apre con "Io e lui". Il suo curatore a Sky TG24: "Negli anni Settanta avvertì una sorta di continuità tra la realtà e i personaggi che aveva creato, identificando negli studenti della contestazione i protagonisti dei suoi romanzi"

"Nella fortuna letteraria giocano molti fattori, a volte imponderabili, specie in una cultura come quella italiana in cui si legge poco, con fatica e in modo specializzato. Ma nel caso di Alberto Moravia ciò che forse ha più pesato è stata la sua capacità di mettere costantemente il dito sulle piaghe" .

Simone Casini prova a sintetizzare in questo modo la diffidenza tra la critica e uno dei più popolari scrittori italiani del Novecento. "La cultura accademica - dice Casini durante la rubrica dei 'Consigli di lettura' - ha sempre avuto difficoltà a digerire il romanzo. Per essere accettato e canonizzato, in Italia il romanziere deve essere anche un prosatore che guarda alla forma e in particolare al rapporto stile-contenuto. E di questo, Moravia semplicemente se ne fregava".

Il cortocircuito tra realtà e romanzi

Del grande scrittore romano Bompiani sta proseguendo la pubblicazione integrale delle "Opere": l'ultimo volume arrivato in libreria è dedicato ai romanzi e ai racconti pubblicati negli anni Settanta proprio a cura di Casini.

In quel decennio, nota lo studioso, l’intellettuale sembra prevalere per la prima volta sullo scrittore, non solo nell’immagine pubblica ma anche nei suoi scritti: "Tra  i Sessanta e i Settanta, Moravia avvertì una sorta di continuità tra la realtà e i personaggi che aveva creato. Un cortocircuito interiore personale  in cui riconobbe negli studenti della contestazione i protagonisti dei suoi libri".

Ma l'impronta della produzione di quegli anni non si esaurisce qui. E coincide con due temi: il sesso e il registro comico.  "Nei suoi romanzi - spiega Casini - non c’è mai alcuna morbosità; piuttosto c’è l’idea, se vogliamo anche un po’ intellettuale, che il sesso è la spinta con cui l’uomo cerca se stesso. L'uso della comicità nasce da qui e diventa uno strumento per agevolare l’integrazione tra il sesso e la realtà" . 

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Sono anni, i Settanta, in cui lo scrittore continuerà a produrre una quantità impressionante di romanzi e racconti: "Moravia - ricorda Casini - ha avuto una stroardinaria continuità nel metodo di lavoro. Basti pensare che la sua collaborazione al 'Corriere della sera' prevedeva la pubblicazione, quasi mensile, di un racconto in forma di articolo". "Una costanza - conclude lo studioso - che nel corso della sua vita si è accoppiata a un'altra caratteristica: quando cominciava un romanzo non sapeva quasi dove andasse a finire. Era  certo però che doveva portarlo avanti con estrema coerenza fino in fondo, senza curarsi troppo delle convenienze".

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