I giovani cercano prodotti a km zero e i fast food si aggiornano

Le nuove generazioni italiane stanno ridefinendo il rapporto con il cibo: non è più solo gusto, né solo nutrimento. Per molti giovani, il mangiare bene significa scegliere prodotti che raccontano una storia, che appartengono al territorio, che rispettano l’ambiente. Un fenomeno che non è solo di nicchia, ma che emerge con forza in indagini, startup, politiche del settore e nelle scelte quotidiane. Secondo l’“Osservatorio CIRFOOD District” realizzato da IPSOS, la Gen-Z valuta prioritario mangiare cibi “italiani, prodotti in modo sostenibile e che rispettino la biodiversità”. In particolare, dallo studio emerge una fotografia interessante dei giovani che scelgono cosa mangiare: se da un lato il gusto e il risparmio restano determinanti nelle scelte alimentari, dall’altro cresce l’interesse per aspetti quali la salute , la sostenibilità ambientale , il benessere animale e l’etica dei prodotti . È una tendenza che coinvolge sia le abitudini alimentari quotidiane, frutta fresca, prodotti locali, piatti semplici, sia l’attenzione alla certificazione, come DOP e IGP. “La risposta dei giovani rispetto alla proposta di prodotti d’eccellenza” spiega l’Ad di McDonald’s Italia, Giorgia Favaro, “ è stata estremamente positiva perché anche se all’inizio non conoscevano i prodotti consorziati, nel momento stesso in cui li hanno ritrovati all’interno dei panini, oppure all’interno di una salsa o come ingrediente speciale li hanno apprezzati molto. Da parte dei giovani c’è sempre molta attenzione all’innovazione, anche dei prodotti locali e questo è il nostro modo per raccontare l’Italia in modo diverso, anche con dei panini che sono molto vicini ai giovani che usano il nostro ristorante come un punto di ritrovo”. Dietro la preferenza per i prodotti regionali o locali si muovono valori precisi. La sostenibilità ambientale e la riduzione degli sprechi sono oggi elementi che contano molto tra le priorità di chi ha meno di 30 anni. Ma anche la ricerca di sapori nuovi o la scoperta di gusti di cui avevano sentito parlare in famiglia ma che non avevano mai avuto la possibilità di assaggiare. “Nel tempo” spiega ancora Favaro “siamo riusciti a valorizzare per esempio prodotti come la cipolla di Tropea, il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano che si possono trovare in alcuni dei nostri panini, ma anche delle verdure come il peperone di Senise IGP, che abbiamo recentemente introdotto. Un successo che abbiamo ottenuto dando spazio a prodotti, magari un po’ più di nicchia, con delle edizioni limitate”. Se fino a qualche anno fa il fast food rappresentava l’opposto del “km zero”, oggi le cose stanno cambiando. Molti ragazzi, entrando da McDonald’s, scoprono che dietro un panino può nascondersi una filiera certificata italiana. È il caso dei progetti di McDonald’s realizzati in collaborazione con il Ministero dell’Agricoltura e i Consorzi di tutela che hanno consentito di supportare delle filiere italiane in difficoltà come il pomodoro di Pachino IGP e la pera dell’Emilia Romagna IGP. Si ha così un effetto educativo indiretto. I ragazzi, spesso alla loro prima esperienza con un prodotto tipico, imparano a riconoscerne il nome e a collegarlo a una regione. Un panino diventa così un’occasione per scoprire l’esistenza di una tradizione agricola e gastronomica. La scoperta poi in un ambiente familiare per i giovani, ma non consueto per questa tipologia di alimenti, rende più semplice la fruizione. Il colosso della ristorazione veloce collabora con i Consorzi di Tutela, che crescono di anno in anno anche grazie al contributo di partner come Origin Italia - organismo di rappresentanza del sistema agroalimentare DOP IGP, e Fondazione Qualivita, nata per valorizzare le eccellenze Made in Italy. Dal 2008, con il Parmigiano Reggiano DOP come primo prodotto certificato, McDonald's ha portato sui vassoi di oltre 1,2 milioni di clienti giornalieri 24 ingredienti DOP e IGP. “McDonald’s è un ristorante” spiega Giorgia Favaro “per famiglie dove i bambini hanno spazi a loro dedicati per vivere un’esperienza divertente. Poi, quando diventano teenager, noi diventiamo un posto in cui è possibile trascorrere il pomeriggio con gli amici a mangiare un gelato o prendere una bibita senza limiti di tempo. Siamo ormai diventati un posto di aggregazione, i ragazzi si avvantaggiano anche del WIFI gratuito per la connessione internet.” Non è raro che, dopo aver assaggiato un ingrediente in un fast food, i consumatori più giovani cerchino la versione originale al supermercato o nei mercati locali, alimentando una nuova curiosità verso le eccellenze certificate. Naturalmente non mancano le perplessità: c’è chi vede in questa operazione un’appropriazione “commerciale” del valore delle IGP. Ma non si può negare che la scelta rispecchi un trend reale: i giovani vogliono autenticità, e anche le grandi catene devono adattarsi. In fondo, se la Cipolla Rossa di Tropea arriva in milioni di panini serviti ogni anno, significa che un prodotto nato nei campi della Calabria ha trovato un palcoscenico esteso a tutta l’Italia.

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Gaia Mombelli