Turismo culturale, l'Italia la meta più ambita: rischi e opportunità

Il turismo culturale sta attraversando, a livello globale, una fase di espansione senza precedenti, imponendosi come uno dei segmenti più rilevanti e dinamici del panorama economico internazionale. Secondo un report pubblicato da Future Market Insights, il settore ha già raggiunto, nel 2025, un valore stimato di 1,2 trilioni di dollari e si prevede che, entro il 2035, lo raddoppierà superando i 2,6 trilioni di dollari. Nel contesto globale, l’Italia resta tra le mete più ambite ma anche tra le più vulnerabili. Secondo il Rapporto Annuale del Turismo Europeo 2025, pubblicato da ETC – European Travel Commission, il nostro Paese ha vissuto una crescita significativa su diversi fronti: nel primo semestre del 2025, gli arrivi internazionali sono aumentati del +12,8% rispetto al 2024. Ma overtourism, incuria e comportamenti distratti, mettono a rischio la bellezza e la fruizione dei principali luoghi storici del Bel Paese. Da uno studio condotto da Libreriamo, media digitale dedicato ai consumatori di cultura, emerge una serie di comportamenti da evitare per tutelare la memoria, il paesaggio e la dignità degli spazi d’arte italiani. Ne parliamo con Saro Trovato, sociologo e fondatore di Libreriamo. Il turismo culturale sta attraversando, a livello globale, una fase di espansione senza precedenti. Un'opportunità straordinaria che porta con sé nuove sfide. Quali? Il turismo culturale sta vivendo una crescita straordinaria: si prevede un aumento del 117% entro il 2035, tanto che secondo un report pubblicato da Future Market Insights, il settore ha già raggiunto, nel 2025, un valore stimato di 1,2 trilioni di dollari e si prevede che, entro il 2035, lo raddoppierà superando i 2,6 trilioni di dollari. È un dato che ci entusiasma, ma che ci impone anche una riflessione profonda. Le sfide sono chiare: gestire l’aumento dei flussi, contrastare l’incuria, educare a comportamenti rispettosi. Il rischio è che la cultura venga consumata anziché vissuta. Per questo è fondamentale promuovere una nuova consapevolezza: il viaggio deve diventare un gesto etico, capace di generare crescita civile, sociale e culturale. Nel contesto globale, l’Italia resta tra le mete più ambite, forte di un patrimonio artistico e paesaggistico straordinario, ma anche tra le più vulnerabili. L’overtourism rappresenta oggi una delle sfide più pressanti … L’overtourism è una delle minacce più concrete per il turismo culturale in Italia. A Venezia, l’introduzione di un ticket d’ingresso e di un numero chiuso per le visite giornaliere è stata una risposta necessaria. A Pompei, dopo una stagione record con oltre 4 milioni di visitatori, sono stati imposti limiti agli ingressi per proteggere il patrimonio archeologico. Questi esempi ci mostrano quanto sia urgente intervenire. Il turismo non può più essere vissuto come un consumo indiscriminato. È necessario promuovere una nuova etica del viaggio, che metta al centro il rispetto per i luoghi e per le comunità. Serve un modo di consumare le città d’arte fondata sul rispetto dei luoghi e delle comunità che li abitano. Le città d’arte, il patrimonio artistico e i beni culturali devono essere fruiti in modo consapevole: da un lato favorendo l’accessibilità, dall’altro tutelando la “bellezza”, intesa non solo come valore culturale, ma anche come risorsa economica per il presente e il futuro del nostro paese. Per “accessibilità” non si intende aprire tutto senza limiti, ma accogliere nel giusto modo, offrendo esperienze memorabili e momenti unici. Oggi gran parte delle nostre città d’arte, dei musei e dei beni culturali non sono gestiti con questa logica. Serve un cambio di paradigma. In ogni settore, gli eventi di qualità prevedono un numero chiuso: basti pensare ai concerti delle grandi star della musica che prevedono più date per ogni tappa. L’Italia ha il vantaggio di ospitare un numero straordinario di “star culturali”: le opere d’arte. Organizzare ingressi e visite seguendo un’agenda che garantisca una fruizione equilibrata non è solo auspicabile, ma necessario. Questa impostazione non limita, ma amplifica la domanda. Offrire al pubblico qualcosa di straordinario genera entusiasmo, e il passaparola di chi vive momenti di “grande bellezza” diventa la più potente campagna di comunicazione per il nostro patrimonio. Un sistema a numero chiuso consente anche di motivare e formare adeguatamente il personale, garantendo servizi di alto livello e eventi di grande valore. È tempo di ripensare il turismo come esperienza culturale autentica, sostenibile e profondamente rispettosa. Come è cambiato il modo di viaggiare negli ultimi anni? E cosa chiedono i viaggiatori? Negli ultimi anni, il viaggio ha assunto un significato diverso. I turisti non cercano più solo svago, ma esperienze autentiche, sostenibili e coinvolgenti. Il viaggio è diventato un’occasione di apprendimento, benessere e relazione con il territorio. I nuovi viaggiatori desiderano entrare in contatto con la cultura locale, ascoltare le storie dei luoghi, vivere il paesaggio e le comunità. Questa trasformazione evidenzia un legame sempre più stretto tra cultura, ecologia e salute mentale. Il viaggio torna ad essere un percorso formativo e sociale, da affrontare con attenzione e rispetto. Proprio in questo contesto, riemerge il concetto di Grand Tour, quel viaggio che nel Settecento e nell’Ottocento coinvolgeva i giovani aristocratici europei, desiderosi di conoscere l’Italia e le sue meraviglie. Oggi, quel modello si democratizza: il “Grand Tour” diventa fenomeno di massa, accessibile a tutti, ma proprio per questo più esposto a rischi e contraddizioni. Libreriamo ha condotto uno studio sull’evoluzione del turismo e pubblicato un decalogo dei comportamenti da evitare per tutelare la memoria, il paesaggio e la dignità dei luoghi d’arte. Quali sono queste regole? Con Libreriamo abbiamo voluto offrire uno strumento concreto: un decalogo pensato per sensibilizzare i viaggiatori, non per giudicarli. Dieci comportamenti da evitare per proteggere la memoria, il paesaggio e la dignità dei luoghi d’arte. Tra questi: non consumare cibo su scalinate storiche o monumenti, non toccare affreschi o reperti, evitare selfie invadenti nei luoghi sacri, non abbandonare rifiuti, non usare droni senza autorizzazione, scegliere souvenir autentici, rispettare orari e divieti, evitare rumori eccessivi, non trasformare i luoghi d’arte in sfondi per contenuti social e informarsi prima di partire. Viaggiare è un atto culturale: ogni gesto racconta il nostro modo di relazionarci alla bellezza.

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Turismo culturale, l'Italia la meta più ambita: rischi e opportunità

Costanza Ruggeri