La distilleria moderna fa i conti con la sostenibilità e si trasforma. Succede nell'azienda Caffo dove si produce il Vecchio Amaro del Capo, uno dei liquori più venduti d'Italia. Qui l'innovazione passa attraverso la sostenibilità, a partire dal vetro della bottiglia.
La sostenibilità come marchio distintivo, la collaborazione con l'Università Mediterranea di Reggio Calabria per l'implementazione dei sistemi interconnessi e per garantire una qualità continua. Il gruppo Caffo ha come obiettivo quello della creazione di un modello di trasferimento tecnologico che si basa su innovazione continua.
Il gruppo nasce nel 1915 ed è leader nel settore della produzione di distillati. Il cuore pulsante dell'azienda e in Calabria dove l'azienda produce e distribuisce bevande alcoliche dal 1915. La storica sede di Limbadi è un vero e proprio fiore all'occhiello nel settore della distillazione dei liquori. I prodotti vengono distribuiti in tutto il mondo.
Il Gruppo Caffo 1915 applica il modello dell’Industria 4.0 con l’attivazione di strategie avanzate di produzione e la creazione di un modello di trasferimento tecnologico che si basa sull’innovazione continua e sulla creazione di nuovi prodotti valorizzando le botaniche locali, mantenendo un patrimonio di oltre duemila ricette in continua evoluzione.
La sostenibilità si traduce nell’implementazione di sistemi interconnessi per garantire qualità continua, con metodi di controllo chimico e organolettico sviluppati dal laboratorio interno “CaffoResearch”.
Da qui nasce la collaborazione con l’Università Mediterranea di Reggio Calabria e il Focuss Lab, consolidando la strategia di“Innovation Through Tradition”.
Il Vecchio Amaro del Capo è il prodotto di punta dell’azienda. É l’amaro più amato e il più acquistato in Italia con oltre il 38% di quota di mercato a volume nella Grande Distribuzione (dati IRI Infoscan). La sua celebrità si deve alla ricetta che contempla 29 botaniche, principalmente calabresi, e alla modalità di consumo ice-shot, ovvero ghiacciato da freezer a -20°C.in bicchierini ghiacciati.
“La sostenibilità”, spiega Nuccio Caffo AD del Gruppo Caffo 1915 “inizia dalla bottiglia. Usiamo infatti vetro che per l’80% è riciclato. Il vetro scuro oltre a preservare il prodotto rispetta l’ambiente. Gli scarti delle materie agricole utilizzate, come le vinacce, vengono utilizzate da un vicino impianto come biomasse per produrre biogas che diventa energia elettrica. In particolare a parte interna dell’arancia amara selvatica, che è uno degli ingredienti principali dell’Amaro del Capo, viene inviata all’impianto di biomasse, mentre la scorza viene usata per l’infuso che si utilizza per il liquore.
Caffo produce oltre 100 specialità realizzate secondo le antiche arti della distillazione e liquoristica che la famiglia Caffo si tramanda da quattro generazioni.
Tra questi liquori molto conosciuti, come: Petrus Boonekamp, nato nel 1777 è il padre di tutti gli amari inventato a Leidschendam dall'omonimo liquorista. Amarissimo liquore olandese noto per il suo gusto extra bitter è considerato il digestivo per eccellenza. E poi l'Elisir San Marzano Borsci che dal 1840 con quasi due secoli di storia e il più antico liquore del Sud Italia tuttora in commercio. La sua ricetta di origine caucasica fu perfezionata dal capostipite Giuseppe Borsci ed è così arrivata fino a noi, Dal 1858 arriva l'Amaro Santa Maria al Monte prodotto secondo la ricetta rimasta invariata dai reverendissimi padri del santuario di Santa Maria al Monte e dal cuciniere del re d'Italia, comprendente 30 ingredienti tra erbe, rizomi, fiori e radici. Dal 1881 arriva il Ferro China Bisleri, ed è il primo liquore a base di ferro e di corteccia di china creato dall'eclettico garibaldino Felice Bisleri usato in passato anche per combattere la malaria. Ha importanti qualità benefiche.